Il consigliere regionale del M5S: “Nessun voto sull’emendamento, pugno in faccia alla democrazia”
“Una pagina nera per la politica regionale pugliese”. Così il consigliere del MoVimento 5 Stelle Cristian Casili ha definito quanto accaduto oggi nell’aula del Consiglio regionale, dove è stata dichiarata inammissibile la proposta di emendamento per la sospensione del tributo 630 dovuto al Consorzio Unico di Bonifica.
L’emendamento, a firma dello stesso Casili e sostenuto in modo trasversale, era collegato a una mozione già approvata in precedenza e puntava a tutelare agricoltori e cittadini costretti a versare un tributo “a fronte di servizi mai ricevuti”. Il consigliere ha denunciato con fermezza non solo il mancato voto, ma anche quello che ha definito “un atto di prevaricazione istituzionale che ha calpestato la dignità e le prerogative dei consiglieri regionali”.
“Votare l’emendamento avrebbe rafforzato l’iter legato al piano generale di bonifica e al nuovo piano di classifica”, ha spiegato Casili, sottolineando come la tempistica per la sospensione dei pagamenti e dei fermi amministrativi fosse strettamente legata a questi strumenti.
“È inaccettabile – ha aggiunto – che si continui a colpire chi lavora la terra, già messo in ginocchio da crisi economiche, eventi climatici estremi e mancati interventi strutturali”. Il consigliere ha quindi rigettato le accuse di strumentalizzazione politica, parlando di una “battaglia di civiltà e giustizia sociale” che non finirà con il voto mancato di oggi.
Casili ha annunciato la volontà di intraprendere tutte le iniziative necessarie per difendere i diritti dei cittadini pugliesi, “colpiti da cartelle esattoriali ingiuste e da sentenze che mettono in discussione l’operato del consorzio stesso”.
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