Ciro Danucci (foto Franco Capriglione)
Ciro Danucci (foto Franco Capriglione)

Cresce la preoccupazione intorno al Taranto, che nelle ultime uscite ha mostrato tutte le fragilità della rosa. Difesa incerta, attacco sterile e pochi under affidabili: limiti già evidenti in estate, ma finora mascherati dai risultati positivi. Ora, però, i segnali di allarme sono chiari.

Le prossime due sfide di campionato con Bisceglie e Canosa rappresentano un passaggio cruciale per capire se la squadra di Ciro Danucci abbia davvero le carte in regola per puntare alla promozione diretta. Le troppe occasioni sprecate e una manovra poco incisiva hanno alimentato dubbi, al punto che anche la panchina dell’allenatore di Carosino sembra vacillare.

Danucci è chiamato a fornire risposte immediate, dimostrando di poter invertire la rotta di una squadra che finora non ha mai trasmesso l’impressione di poter dominare o cambiare l’inerzia di una gara.

Le prossime tre partite saranno dunque un autentico esame di maturità per il Taranto e il suo allenatore. La costruzione della rosa si è rivelata sbilanciata: manca un vero bomber, un attaccante capace di incidere nei momenti decisivi. Anche il reparto portieri è fonte di preoccupazione: la scelta di puntare sull’under De Simone non ha dato i frutti sperati, ma il tecnico non dispone di reali alternative. Dopo Monetti, il vuoto.

Molti imputano a Danucci la responsabilità di aver condiviso scelte rivelatesi errate, ma sarebbe ingiusto attribuirgli tutte le colpe. Se i risultati non dovessero arrivare, servirà una decisione di peso: un’eventuale sostituzione non potrà essere improvvisata né affidata a soluzioni interne. In una piazza come Taranto, almeno in Eccellenza, l’obiettivo deve restare uno solo: vincere, e farlo con autorevolezza.