Fondi JTF per Taranto, Europa Verde: "Ritardi imperdonabili, responsabilità politiche evidenti"

A rischio 800 milioni di euro destinati alla riconversione economica di Taranto e della provincia ionica attraverso il Just Transition Fund (JTF). A lanciare l’allarme è Europa Verde, che denuncia il mancato avanzamento delle procedure e individua le responsabilità politiche nell'amministrazione locale, regionale e nazionale.
Il 20 dicembre scorso, il partito ambientalista aveva organizzato un dibattito sul JTF con la partecipazione dell'Autorità di gestione presso il Ministero della Coesione, dell'Organismo Intermedio della Regione Puglia e del Commissario straordinario alle bonifiche, mentre il Comune di Taranto non aveva risposto all’invito.
Secondo Europa Verde, i fondi europei – destinati alla formazione degli operai ex ILVA, alle comunità energetiche, alla decontaminazione ambientale, alla produzione di idrogeno verde, alla valorizzazione della mitilicoltura e al rilancio economico locale – non sono stati ancora concretamente attivati. In particolare, a oltre un mese dal dibattito, i bandi non sono stati pubblicati nonostante gli impegni presi dal Ministero e dalla Regione.
L’assenza di progressi solleva preoccupazioni: il 70% del JTF dovrà essere speso entro dicembre 2026, un obiettivo che appare sempre più difficile da raggiungere senza un'accelerazione delle procedure. Tra i progetti a rischio, anche quelli per il Comune di Taranto, per un valore di 200 milioni di euro, ritenuti fondamentali per il futuro della mitilicoltura e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.
Europa Verde annuncia nuove iniziative, tra cui workshop per informare cittadini, associazioni e imprenditori sui bandi, così da facilitare la presentazione di progetti adeguati. Inoltre, il partito solleva la possibilità di commissariare la gestione del JTF a livello comunale, dopo l’esperienza dei Giochi del Mediterraneo.
Infine, i vertici locali del movimento – tra cui Rosa D’Amato, Fulvia Gravame, Gregorio Mariggiò e Antonio Lenti – puntano il dito contro il Sindaco Rinaldo Melucci, il Presidente della Regione Michele Emiliano, l’ex ministro Raffaele Fitto e il governo, ritenendoli responsabili del ritardo nell’attuazione del piano di transizione.
"L'obiettivo è affrancarsi dalla monocultura dell’acciaio e superare la crisi economica e sociale della provincia di Taranto. Non possiamo permetterci di perdere questa occasione", concludono gli esponenti di Europa Verde.