Movimento 5 Stelle
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L’esplosione verificatasi oggi, venerdì 4 luglio, in un distributore di GPL a Roma, che ha provocato decine di feriti e gravi danni a edifici e infrastrutture, riaccende i timori sul piano nazionale del Governo per l’energia e la sicurezza industriale. A lanciare l’allarme è il MoVimento 5 Stelle-Gruppo territoriale di Taranto, che torna a esprimere un secco no alla nave rigassificatrice prevista nel porto ionico.

“Se un semplice impianto urbano può generare un simile disastro, cosa potrebbe accadere a Taranto, dove si vuole collocare una nave rigassificatrice accanto all’ex Ilva e alla raffineria Eni, in una delle zone industriali più a rischio d’Italia?”, si legge nella nota del gruppo territoriale.

Il M5S denuncia l’assenza di un piano di evacuazione pubblico e la condizione ambientale già compromessa della città. “Non si può affrontare la crisi dell’ex Ilva scaricando ancora una volta rischi su lavoratori e cittadini. Dopo la bomba sociale, ci vorrebbero imporre anche una bomba galleggiante”, accusano.

Il movimento ribadisce il suo no al rigassificatore, al dissalatore e all’AIA recentemente proposta, che secondo i pentastellati prevede altri 14 anni di produzione a carbone. “Basta con decisioni calate dall’alto, Taranto merita sicurezza, salute e rispetto. Non un futuro appeso al rischio di esplosione”.

La nota si conclude con un appello al Governo affinché rinunci a strategie energetiche considerate superate e pericolose, e apra un dialogo vero sulla riconversione ecologica dell’area industriale di Taranto, nel rispetto delle comunità locali.