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Dissalatore sul fiume Tara: “Regione scavalca il Ministero della Cultura”

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Il Comitato per la difesa del territorio jonico chiede un riesame immediato del progetto prima che venga compromesso l’equilibrio ecologico

La Regione Puglia ha concesso l’autorizzazione paesaggistica in deroga per la realizzazione del dissalatore al fiume Tara, ignorando i pareri negativi espressi dal Ministero della Cultura e dalla Soprintendenza. L’opera, ritenuta strategica per l’approvvigionamento idrico, è stata approvata senza una valutazione preventiva degli impatti ambientali e paesaggistici, demandando il monitoraggio a una fase successiva.

Secondo il Comitato per la difesa del territorio jonico, la decisione della Regione pone seri rischi per l’ecosistema fluviale, in particolare per l’alterazione della salinità dovuta allo scarico della salamoia. Il piano prevede controlli periodici sulla qualità dell’acqua, ma senza soglie di riferimento né misure di mitigazione in caso di effetti negativi.

L’autorizzazione è stata rilasciata in deroga al Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR), che impone vincoli stringenti per le aree di pregio naturalistico. Tuttavia, la Regione ha bypassato queste restrizioni, sostenendo che non esistano alternative localizzative, senza però condurre uno studio comparativo approfondito. Soluzioni come il riuso delle acque reflue, la riduzione delle perdite idriche e il potenziamento degli invasi esistenti non sono state adeguatamente considerate.

Sul piano ambientale, la Direttiva Quadro sulle Acque (2000/60/CE) e il Regolamento UE 2020/852 impongono che, in caso di incertezza sugli impatti di un’opera, vengano adottate misure preventive rigorose prima dell’approvazione. Nel caso del dissalatore, invece, gli effetti saranno valutati solo dopo la sua costruzione, un approccio che potrebbe risultare non conforme alle normative comunitarie.

Anche dal punto di vista paesaggistico, le misure di compensazione previste appaiono inadeguate. La rinaturalizzazione delle aree limitrofe e l’uso di materiali compatibili con il contesto circostante non possono mitigare l’impatto visivo e ambientale di una grande infrastruttura industriale. La Soprintendenza aveva evidenziato l’effetto irreversibile dell’opera sul paesaggio, ma queste criticità sono state ignorate.

Il Comitato per la difesa del territorio jonico chiede un riesame immediato del progetto prima che venga compromesso l’equilibrio ecologico del fiume Tara, denunciando l’assenza di studi preventivi adeguati e la mancata considerazione di alternative sostenibili.

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