Trent’anni dopo, Massimo Troisi non è mai morto

Il 4 giugno del 1994 ci lasciava uno dei più grandi attori e registi che l'Italia abbia mai conosciuto

Cultura, musica e spettacolo
04.06.2024 12:06

Il 4 giugno 2024 segna il trentesimo anniversario della scomparsa di Massimo Troisi, uno dei più grandi attori e registi che l'Italia abbia mai conosciuto. Morì il 4 giugno del 1994 a soli 41 anni lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del cinema e dello spettacolo italiano.

Il genio comico di Troisi

La Smorfia

Massimo Troisi è nato a San Giorgio a Cremano, un piccolo comune vicino Napoli, il 19 febbraio 1953, quinto dei sei figli di Alfredo Troisi (1911-1999), ferroviere, e di Elena Andinolfi (1917-1971), casalinga.

La sua carriera è iniziata negli anni '70 con il gruppo teatrale "I Saraceni" e successivamente con il trio comico "La Smorfia", accanto a Lello Arena ed Enzo Decaro.

Il trio divenne presto celebre per le sue esibizioni televisive, che mischiavano abilmente il dialetto napoletano con una comicità surreale e intelligente.

Il cinema: un talento poliedrico

Il passaggio al cinema fu naturale per Troisi, che esordì come regista e attore con il film "Ricomincio da tre" nel 1981. Il film, che racconta la storia di Gaetano, un giovane napoletano che decide di lasciare la sua città natale per cercare fortuna altrove, fu un successo straordinario e consacrò Troisi come una delle voci più originali del cinema italiano.

Con Roberto Benigni

Tra i suoi film più celebri ricordiamo "Scusate il ritardo" (1983), "Non ci resta che piangere" (1984), diretto insieme a Roberto Benigni, "Le vie del Signore sono finite" (1987) e "Pensavo fosse amore... invece era un calesse" (1991).

Troisi è riuscito a mescolare commedia e dramma con una sensibilità unica, rendendo i suoi personaggi profondamente umani e indimenticabili.

L’ultimo capolavoro: "Il postino"

Sul set de ‘Il postino’

L'ultima interpretazione di Troisi nel film "Il Postino" (1994), diretto da Michael Radford e tratto dal romanzo "Il postino di Neruda" di Antonio Skármeta.

Nonostante fosse gravemente malato, Troisi decise di portare a termine le riprese del film, che sarebbe poi diventato uno dei capolavori del cinema.

Il film ricevette cinque nomination agli Oscar, inclusa quella per il miglior attore per Troisi, che purtroppo non ebbe mai la possibilità di vedere il successo della sua ultima opera.

Un'eredità immortale

Massimo Troisi non è stato solo un comico e un regista di talento, ma anche un poeta della quotidianità, capace di raccontare le fragilità e le speranze dell'essere umano con una delicatezza rara. La sua arte continua a vivere nelle sue opere, che ancora oggi sono amate e apprezzate dal pubblico di tutte le età.

In occasione del trentesimo anniversario della sua morte, molte città italiane hanno organizzato eventi e proiezioni per ricordare e celebrare la sua carriera. Napoli, in particolare, gli rende omaggio con una serie di iniziative, tra cui una mostra fotografica e una retrospettiva cinematografica

Ispiratore per nuove generazioni

A trent'anni dalla sua scomparsa, Massimo Troisi rimane una figura centrale nel panorama culturale italiano. Il suo spirito, la sua ironia e la sua profondità continuano a ispirare nuove generazioni di artisti e spettatori. Ricordarlo oggi significa celebrare non solo il grande attore e regista che è stato, ma anche l'uomo che ha saputo trasformare la sua vita e le sue esperienze in arte, regalando al mondo un patrimonio inestimabile.

La morte

Colpito da bambino da febbre reumatica, sviluppò una grave degenerazione della valvola mitrale, complicata dallo scompenso cardiaco che gli sarà fatale. “Ricordo che rimanevo a letto, avevo 14/15 anni e, lucidamente, quasi come un adulto, sentivo che di là, in cucina, si stava parlando del mio problema, di cosa fare”, dichiarò una volta in un'intervista, confessando come la gravità del suo problema di salute avesse turbato da sempre la sua esistenza.

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