Nicola Canonico
Nicola Canonico

Una lunga catena di atti intimidatori e pressioni mafiose ha condotto alla decisione del Tribunale di Bari: per la prima volta in Italia, una società calcistica è affidata a un’amministrazione giudiziaria per contrastare le infiltrazioni criminali


Il Tribunale di Bari, su proposta congiunta del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, del Procuratore Distrettuale di Bari e del Questore di Foggia, ha disposto l’amministrazione giudiziaria della società sportiva Calcio Foggia 1920. Il provvedimento mira a sottrarre il club a condizionamenti mafiosi che, secondo le indagini, ne stavano compromettendo la gestione e la tenuta istituzionale.

Parallelamente, sono stati arrestati di Marco Lombardi, Massimiliano Russo, Fabio Delli Carri e Danilo Mustaccioli, accusati a vario titolo di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. Inoltre, il Questore di Foggia ha notificato cinquantadue provvedimenti di DASPO “fuori contesto” nei confronti di soggetti ritenuti vicini a circuiti criminali.

Una strategia di violenza e intimidazione

Secondo gli inquirenti, il club era da mesi al centro di una campagna orchestrata da gruppi ultras legati alla criminalità organizzata foggiana. L’obiettivo era indurre il presidente Nicola Canonico a lasciare la guida della società e a cedere il controllo a soggetti vicini a interessi mafiosi. Le pressioni sarebbero avvenute anche attraverso tentativi di condizionamento su sponsorizzazioni, assunzioni e gestione degli accrediti allo stadio.

La strategia si sarebbe concretizzata in atti violenti che, fra il 2023 e il 2024, hanno preso di mira dirigenti, calciatori e collaboratori del club. Tra gli episodi più gravi, l’esplosione di colpi di fucile contro l’auto del calciatore Davide Di Pasquale il 18 giugno 2023, attentati incendiari contro le vetture di Antonello D’Ascanio, capo ultras della curva sud, del direttore generale Vincenzo Milillo e del segretario Giuseppe Severo.

Il ruolo di Marco Lombardi

Centrale nell’inchiesta è la figura di Marco Lombardi, indicato come l’ideatore delle pressioni e delle azioni finalizzate a ottenere un controllo occulto sul Foggia Calcio. Privo di incarichi ufficiali, Lombardi avrebbe sfruttato legami personali e sentimentali per ottenere informazioni interne e accreditarsi presso sponsor e fornitori come collaboratore del club. Tra gli episodi contestati, anche l’incasso illecito di una sponsorizzazione da 2.000 euro e due iPhone, in assenza di un contratto formale.

Lombardi avrebbe inoltre diffuso via social una campagna di delegittimazione contro Canonico, culminata in una serie di video e post pubblici in cui lo accusava di voler condurre il club al fallimento. In alcune dichiarazioni pubbliche, Lombardi sollecitava apertamente i tifosi della Curva Sud a unirsi contro la presidenza, definendo l’attuale gestione “un covo di raccomandati”.

Canonico si dimette e offre gratuitamente le quote al Comune

Il 6 maggio 2024, a seguito dell’inasprirsi del clima attorno alla società, Canonico ha annunciato pubblicamente le sue dimissioni e la volontà di cedere gratuitamente le quote societarie alla sindaca di Foggia Maria Aida Episcopo, escludendo esplicitamente alcune cordate imprenditoriali che a suo dire avrebbero avanzato proposte “irricevibili”. Il comunicato faceva riferimento a intimidazioni e pressioni subite, che lo avrebbero costretto ad abbandonare un progetto iniziato nel 2021.

L’amministrazione giudiziaria del club

Il Tribunale di Bari ha deciso di intervenire con la misura prevista dall’articolo 34 del Codice Antimafia: l’amministrazione giudiziaria, misura mai applicata prima in Italia a una società calcistica. Secondo la Direzione Distrettuale Antimafia, l’intervento è necessario per “liberare l’impresa da vincoli, interessi e presenze riconducibili a organizzazioni criminali”, con l’obiettivo di restituire il club a una gestione imprenditoriale libera e regolare.

Le accuse e il contesto penale

Le imputazioni a carico di Lombardi, Russo, Delli Carri e Mustaccioli includono reati di danneggiamento aggravato, estorsione, utilizzo di esplosivi, violenza privata e danneggiamento seguito da incendio, tutti aggravati dal metodo mafioso. Le azioni, secondo il GIP Antonella Cafagna, erano volte a creare “allarme sociale” e a “rafforzare il messaggio intimidatorio nei confronti delle vittime designate”.

Intervento senza precedenti

L’inchiesta, coordinata dai magistrati antimafia Bruna Manganelli ed Enrico Infante, ha messo in luce una rete di rapporti opachi, pressioni e atti criminali tesi a influenzare la gestione sportiva e societaria del Foggia Calcio 1920. Le misure cautelari e l’amministrazione giudiziaria rappresentano un intervento senza precedenti nel mondo del calcio professionistico italiano, volto a restituire legalità e trasparenza a una realtà sportiva profondamente segnata da infiltrazioni mafiose.