Cia Agricoltori Italiani di Puglia esprime piena soddisfazione per l’approvazione da parte del Consiglio regionale della Puglia di due provvedimenti considerati fondamentali per il comparto agricolo: la nuova legge sull’utilizzo dei pozzi e la normativa sull’oleoturismo.
“Quella sui pozzi è una misura storica e strategica”, ha dichiarato Gennaro Sicolo, vicepresidente nazionale e presidente regionale della Cia. “Per la prima volta si pongono le basi per un uso sostenibile e controllato delle risorse idriche sotterranee. L’oleoturismo, invece, rappresenta una vera svolta: la Puglia si candida a diventare leader in Europa nel turismo legato all’olio d’oliva, con enormi benefici per produzione, promozione e servizi collegati al prodotto simbolo della nostra agricoltura”.
Valutazione positiva anche per le novità in materia di gestione della fauna selvatica. Sicolo plaude all’indirizzo assunto dalla Regione verso la creazione di una filiera della carne di cinghiale, ritenuta una risposta utile all’emergenza legata alla presenza massiccia degli ungulati sul territorio pugliese. “Occorre però accelerare gli abbattimenti, ancora troppo lenti in molte aree”, aggiunge.
Il leader di Cia Puglia rivendica inoltre il fatto che i tre temi – pozzi, oleoturismo e cinghiali – sono battaglie storiche dell’organizzazione, ora accolte nelle scelte del Consiglio regionale.
Sul fronte delle cartelle esattoriali legate ai consorzi commissariati e al nascente consorzio unico, Sicolo esprime una posizione netta contro “speculazioni e scorciatoie demagogiche”. “Si tratta di una vicenda complessa che non può essere banalizzata da chi cerca visibilità a spese degli agricoltori. Noi chiediamo soluzioni concrete, non slogan”, afferma.
La proposta avanzata dall’assessore Raffaele Pentassuglia, volta a chiedere al Governo una rottamazione del pregresso, è definita “saggia e percorribile” da Sicolo, purché riesca a conciliarsi con le esigenze degli agricoltori e permetta al nuovo consorzio di funzionare finalmente in modo efficace.
“Il Governo non può esimersi dal decidere. E sia chiaro: dire no alla demagogia non significa disconoscere il problema, ma affrontarlo con serietà e rispetto per le aziende agricole”, conclude Sicolo.
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