Ansa: Erano giornalisti e sono morti per la verità e per i lettori

Maggio, un mese nero per i giornalisti italiani, in cui hanno perso la vita ben sette di loro

CRONACA
20.05.2020 13:39

Graziella De Palo, Italo Toni, Almerigo Grilz, Guido Puletti, Marco Luchetta con Alessandro Ota e Dario D’Angelo, Ilaria Alpicon Milan Hrovatin, Marcello Palmisano, Gabriel Gruener, Antonio Russo, Maria Grazia Cutuli, Raffaele Ciriello, Enzo Baldoni, Fabio Polenghi, Vittorio Arrigoni, Andrea Rocchelli e Simone Camilli. Dal 1980 a Beirut al 2014 a Gaza, sono 19 i giornalisti e gli operatori tv uccisi all’estero perché svolgevano in prima linea il loro lavoro. I loro nomi si aggiungono a quelli dei loro nove colleghi uccisi dalle mafie tra il 1960 e il 1993: Cosimo Cristina, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Giuseppe Impastato, Mario Francese, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano. E alle due vittime del terrorismo degli anni di piombo, Carlo Casalegno e Walter Tobagi. Trenta nomi per trenta storie personali diverse, ma accumunate dalla stessa passione per il giornalismo come impegno civile. Le loro storie ora sono raccolte per la prima volta insieme nel sito Cercavano la verità realizzato da Ossigeno per l’Informazione e online dal 3 maggio, Giornata Mondiale della libertà di stampa. Maggio è un mese nero per i giornalisti italiani. Un mese in cui hanno perso la vita ben sette di loro. E proprio nella settimana in cui pubblichiamo questo magazine cadono tre anniversari: Grilz e Polenghi furono uccisi entrambi il 19 maggio, rispettivamente nel 1987 e nel 2010, e Rocchelli il 24 maggio 2014. Ai due fotoreporter Polenghi e Rocchelli, uccisi il primo a Bangkok e il secondo in Ucraina, saranno dedicate alcune delle prossime pagine. In cui troverete anche le testimonianze di Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno e fratello di Giovanni, e libri per approfondire. CLICCA QUI PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO

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