Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Taranto, Giovanni Caroli, ha assolto con formula piena, all’esito dell’udienza preliminare, un noto imprenditore del settore ricettivo della provincia di Taranto, dall’accusa di aver concorso alla bancarotta di una società dedita al settore del commercio di capi d’abbigliamento.
Secondo la tesi sostenuta dagli inquirenti, il rinvenimento di un quantitativo di capi d’abbigliamento all’interno di locali riconducibili alla struttura ricettiva, amministrata dall’imprenditore poi assolto, avrebbe costituito il presupposto di una ipotesi di concorso dell’imprenditore alla distrazione di beni dalla società fallita.
L’amministratore del noto resort, secondo l’accusa, aveva favorito la distrazione dei beni rinvenuti, riconducibili alla società amministrata da un parente, consentendo che i capi d’abbigliamento, del valore complessivo di circa centocinquantamila euro, fossero “nascosti” all’interno dell’hotel.
Il difensore dell’imprenditore assolto, l’avvocato Mimmo Lardiello, ha al contrario dimostrato, anche attraverso una copiosa produzione, la totale infondatezza dell’accusa, in particolare riuscendo a dimostrare come i locali dove era avvenuto il rinvenimento di capi d’abbigliamento erano in realtà privi di serratura e si trovavano in un’area distinta dalla struttura principale del resort.
Inoltre, una ulteriore serie di documenti prodotti dalla difesa, hanno convinto il giudice che non vi era alcuna commistione d’interessi tra l’imprenditore, poi assolto, e la gestione della società dedita al commercio di capi d’abbigliamento. Da qui dunque, la pronuncia assolutoria già in sede di udienza preliminare e il rinvio a giudizio per l’amministratore della società fallita.
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