Ricordi, ricordi e ancora ricordi. Quando si torna con la mente a Totò Lopez non si può non pensare alla stagione 1985-86, che il Taranto chiuse al secondo posto con 44 punti, uno in meno del Messina di un altro Totò, Schillaci, che di lì a poco sarebbe diventato il re delle notti magiche di Italia '90. Un punto in meno dei siciliani, ma tanto bastò per conquistare la promozione in Serie B. Totò Lopez era l'uomo del centrocampo, quello che dava fosforo al gioco di una squadra guidata dal compianto Antonio Renna, che sostituì Tom Rosati spentosi nell'estate del 1985 per un male incurabile. Quel Taranto FC era uno squadrone che poteva contare su elementi del calibro di Maiellaro, D'Ottavio, Biondo, Donatelli, Paolucci, Dalla Costa, Rocca, Serra, Goletti: solo a risentirli nominare scappa la lascrimuccia per un tempo che fu e che sembra malinconicamente lontano. Totò Lopez aveva solo 33 anni, ma già era un uomo maturo, calcisticamente e fisicamente. Oggi porta i segni del tempo, ha pochi capelli, bianchi, ma quando parla del suo Taranto tradisce una certa nostalgia: per gli anni che passano senza guardare in faccia nessuno e per un calcio che, come sostiene con un filo di voce, "non esiste più". Totò ha lasciato per qualche ora la Bari natia per tornare indietro di 34 anni: era lui l'ospite d'onore della quinta mostra di maglie e cimeli storici del Taranto. Sentiamo cosa ha voluto raccontarci al microfono di Bruno Leoni: