Antonio Magrì, presidente della Virtus Francavilla (Foto Francesco Miglietta)

Virtus Francavilla, l’appello di Magrì: “È il momento di stringerci, non mi arrendo”

Antonio Magrì, presidente della Virtus Francavilla (Foto Francesco Miglietta)

FRANCAVILLA F.NA – Nella sala stampa della Nuovarredo Arena, il presidente della Virtus Francavilla Antonio Magrì ha parlato così a due giorni dal match contro il Monopoli tra momento e l’inaugurazione della nuova tribuna centrale. “In un momento cruciale e così importante della stagione, come un buon padre di famiglia, sono qui per fare un appello a tutti: questo è il momento di stringerci tutti insieme attorno alla squadra. So che c’è delusione, noi siamo i primi ad essere rammaricati per il momento e incazzati per ciò che vediamo. Stamattina ho parlato di nuovo alla squadra e sono stato anche abbastanza duro. Però questo è il momento di stare tutti uniti, anche se non si risponde alle aspettative. Dobbiamo difendere la maglia, so che i tifosi usano molto queste parole. Vogliamo difendere i colori, il nostro patrimonio, soprattutto della città: io e Donatiello siamo francavillesi, non siamo una società venuta da fuori. Non siamo qui per un tornaconto personale, siamo qui perché siamo nati e viviamo qua. Ci lega la passione a questa città. Negli ultimi dieci anni abbiamo costruito la storia, vinto campionati, disputato i playoff; questo è un anno che invece sta andando storto, il primo in così tanti anni. Le difficoltà sono state generate anche da errori, non nascono mai per caso: non ho mai creduto alla sfortuna, nella mia vita mi sono sempre preso la responsabilità di ciò che ho fatto e non ho fatto. A inizio stagione ci sono state scelte sbagliate, ma fatte solo in buona fede; abbiamo cercato di recuperare a gennaio: abbiamo fatto 17 operazioni, mai così tante a gennaio; abbiamo cambiato direttori e allenatori. Abbiamo investito più di tutti in questa struttura e in Serie C: vedo tanti altri presidenti fare impianti faraonici; lunedì inaugureremo la tribuna con Marani, che si è complimentato con noi per l’investimento sulle infrastrutture, solo noi e l’AlbinoLeffe abbiamo fatto qualcosa di nuovo. Abbiamo investito 600mila euro, soldi della società perché solo la metà è stato finanziato. A gennaio avevamo l’indice di liquidità bloccato e non avremmo potuto fare mercato se non prima vendendo; ho messo altri 200mila euro per prendere subito i calciatori e ne sono arrivati tre nei primi giorni. Più di metterci soldi e controllare la gestione, non so cosa fare. Mi affido poi a dei professionisti, non vorrei qualcuno pensasse che tutto ciò che accade qui è tutto merito o colpe mie”.

“Ho convocato questa conferenza per dire che è il momento di stare tutti insieme, tutti uniti. Qualcuno dopo la gara col Sorrento si è sfogato sui social, ma anche io seguo in casa e trasferta la squadra e pure io vivo male la situazione. Ma in questo momento dobbiamo stare vicino alla squadra, tutti dobbiamo dare il massimo possibile: dobbiamo arrivare a fine anno, fino all’ultimo secondo, con la coscienza di aver fatto tutto il possibile. A difesa della maglia, della nostra storia, dieci anni fa nessuno di noi immaginava di avere a questo punto e con una società strutturata e riconosciuta in tutta Italia. Quando c’è una retrocessione si svincolano tutti, sia tra i professionisti e sia a livello giovanile: è un patrimonio che dobbiamo difendere, la maglia e l’identità. Poi i calciatori ci possono piacere o meno, noi stiamo dietro e li sproniamo, ma nel calcio basta una scintilla per cambiare tutto. Il Messina fino a pochi mesi fa era sotto di noi, ora è in zona playoff; la Turris con due vittorie e un pareggio oggi sarebbe salva. Noi mettiamoci il nostro, abbiamo due partite cruciali in casa con Monopoli e Latina in cui dobbiamo cercare di ottenere il massimo. Va fatto quadrato. Sarò qui fino alla fine sempre, perché non abbandono la nave: nelle vittorie e nelle sconfitte, poi per il futuro vedremo. Non ho mai fatto tutto questo per visibilità o politica, mi hanno proposto di tutto in questi anni e non m’interessa; non ho interessi personali, perché in questo momento sarebbero comunque fuori da Francavilla. Tutto quello fatto sulle strutture rimarrà alla città, non è mio. Abbiamo una concessione di 15 anni, ne sono già passati 4 e potremo utilizzarla per altri 11 anni: sono troppo pochi per ammortizzare i costi”.

“Io sono il primo a voler essere criticato se commetto errori, accetto le critiche e fanno parte del calcio. Mi spiace solo quando non c’è riconoscenza per quanto fatto in questi anni. Posso anche terminare il mio cammino fino a fine anno, se avrò voglia e passione continuerò altrimenti lascerò il controllo nelle mani di chi è più bravo di me. Il mio modo per restituire qualcosa alla città di Francavilla è stato questo: dare gioie e soddisfazioni a tutti, la tribuna. Soffrivo più di tutti quando ci deridevano per lo stadio, a me dava enorme fastidio; oggi abbiamo una struttura degna anche del campionato di Serie B. Quanto fatto, forse, si vede in Serie A. Quanto fatto a livello di settore giovanile è incredibile: abbiamo tutte le squadre in testa ai rispettivi campionati, abbiamo anche Under 13 e 14 che vanno con pullman, mangiano, etc.. Noi vogliamo far crescere la gente del nostro territorio, però oggi siamo la società che ha più tesserati in Puglia (550), più di Bari e Lecce. Il prossimo passo sarebbe quello di fare un centro sportivo. Ho fatto tutto il possibile e continuerò a farlo per arrivare alla permanenza in questa categoria. Ognuno di noi, però, in questo finale di stagione deve fare il proprio”.

“Di interventi alla squadra ne ho fatti tanti, tutti insieme. Oggi ho fatto un intervento duro cercando di colpire l’orgoglio di ognuno di loro. Però le parole servono a poco, le risposte le voglio sul campo. Lunedì è troppo importante per noi, per i tifosi, è un derby sentito e bisogna vincere a tutti i costi. Quello che è successo nell’ultima partita in cui, dopo l’espulsione avevamo un uomo in più, serviva un altro tipo di furore agonistico. Bisogna dimostrare altro, più determinazione e voglia di salvarsi. Qua non ci perdo solo io, ma anche loro: chi ha il contratto si svincola, chi è in prestito vedrà un contratto rinegoziato. E chi retrocede si porta dietro il marchio. Ho visto squadre già salve con maggior cattiveria di noi, sono sicuro che la risposta arriverà: ho visto qualcosa nei loro occhi, devono dimostrarlo sul campo”.

Prende la parola il direttore sportivo Matteo Lauriola: “Questa settimana ho incentrato la mia analisi sugli errori commessi in queste sei partite. Ho preteso, in condivisione con il mister, l’allenare i concetti difensivi: tutti si muovono senza seguire una linea difensiva. Ho preteso di ripartire dall’inizio. Abbiamo preso 3-4 gol a palla libera, ma si sa benissimo cosa bisogna fare e queste cose vanno allenate. Questo è l’unico modo per risolvere i problemi. Ho avuto anche io un intervento pesante, ho avuto colloqui con ognuno dei calciatori: voglio vedere le risposte lunedì. Da questa situazione se ne esce tutti insieme, io sono qui 24 ore al giorno e conosco solo stadio, sede, ristorante e casa. La squadra sta dando molto meno di ciò che ci aspettavamo, in Serie C non basta tanto per vincere. Mi auguro di evitare ulteriori suicidi, basta che torni un po’ di fiducia a questi ragazzi. Negli allenamenti non vedo mezzo pallone buttato, nelle ultime due partite ne abbiamo buttati tanti: significa che c’è nervosismo. Noi dobbiamo mantenere la categoria, io sto qui e abbiamo lo stesso obiettivo di società e tifosi. So cosa i tifosi stanno passando, alla fine faremo i bilanci: ora focalizziamoci su lunedì. Fino alla fine, vedrete, non retrocederemo. Io ho accettato, sono qui e mi prendo la mia responsabilità. Qui nessuno vuole retrocedere”. Su Villa: “Quello che pretendo oggi l’ho fatto anche in precedenza; in questa settimana ci sono carichi di lavoro diversi, sono qui a guardare cosa sta proponendo; sta caricando sulla parte atletica. Ho posto l’attenzione sui concetti difensivi, i numeri dicono che abbiamo subito circa 50 gol e un problema c’è. Voglio questo su tutti i concetti”.

Magrì sul derby con il Monopoli e sulle ipotesi di salvezza diretta: “Io non voglio arrendermi mai, fino all’ultimo ci credo. Ci sono ancora 11 partite, avrò pazienza fino all’ultimo secondo di campionato. Siamo in una situazione difficile, ma non disperata: sono 33 i punti a disposizione, possiamo ancora salvarci direttamente. Oggi la situazione dice che siamo ai playout e dobbiamo anche guardarci alle spalle. Il Monterosi è in ripresa e la squadra ce l’ha, guardiamo sopra ma anche sotto. Ne servirebbero 18-20 per salvarsi direttamente. Altrimenti dovremo arrivare nella migliore soluzione per fare i playout: c’è la regola degli otto punti, della partita di ritorno in casa, del doppio pareggio, la differenza reti. Ci sono tutte queste regole basilari. Oggi un punto in più o in meno fa la differenza. Sono tutti punti che pesano. Tutto può succedere, dobbiamo volerlo tutti. Finché c’è un lume di speranza, dobbiamo lottare insieme”.

Sul mercato: “Il penultimo giorno di mercato abbiamo rifiutato un’offerta di quasi un milione di euro per Artistico dallo Spezia”.

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