Pulsano: Scuole chiuse, consigliere D'Amato scrive a Ministra Azzolina

‘Grave disagio delle famiglie a seguito delle ordinanze del sindaco’

CRONACA
15.11.2020 21:08


Illustrissima Ministra Dott.ssa Azzolina, sono Emiliano D’Amato, Consigliere Comunale di opposizione del piccolo Comune di Pulsano in provincia di Taranto. Le scrivo in rappresentanza dei tanti genitori di questa comunità che vivono in grave difficoltà a causa del protrarsi dell'emergenza Coronavirus, e sono preoccupati per le scelte poco chiare attuate dall’Amministrazione Comunale inerenti la gestione dell’Istituzione Scolastica. A Pulsano la totalità degli Istituti scolastici, compreso le scuole per l’infanzia e le scuole primarie, sono ormai chiusi dal 30 ottobre e lo saranno sino al 28 novembre nel migliore dei casi. Ciò in totale contrapposizione con quanto disposto dal recente DPCM del 3 novembre e in direzione opposta rispetto alle scelte dei Sindaci della provincia Jonica, concordi nel tenere le scuole primarie aperte in ottemperanza alle vigenti disposizioni dell’esecutivo avendo compreso la primaria importanza della formazione e dell'istituzione scolastica. Lo scrivente, pur conscio delle specifiche attribuzioni devolute al Sindaco dal Dlgs 267/2000 Art. 50 comma 5, si fa portavoce delle gravi difficoltà delle famiglie; in particolare quelle con due genitori lavoratori ovvero con più figli in età prescolare e di scuola primaria che ormai vivono dallo scorso marzo in una condizione di disagio economico e psicologico e nell’impossibilità di adempiere correttamente al loro ruolo di genitori. Signora Ministra, le oculate decisioni dell’esecutivo di lasciare in presenza la didattica dei più piccoli nascono dalla consapevolezza delle esigenze formative dei bambini ma anche dall’evidente impossibilità per tantissime famiglie di garantire la costante presenza di un adulto al fianco dei minori, tanto più nella fruizione della didattica a distanza che li vede impegnati dalle 3 alle 5 ore al giorno davanti ad un pc collegato ad Internet ed alle quali si aggiungono le ore necessarie per lo svolgimento dei compiti assegnati giornalmente. Come si può gestire un tale carico? C’è chi, potendoselo permettere, ma non senza rinunce, ha lasciato il lavoro, come hanno purtroppo fatto molte mamme. C’è chi ha affidando i figli ai nonni che, pur costituendo i soggetti più vulnerabili al Coronavirus, anziché rimanere quanto più isolati possibile, con il loro impagabile spirito di sacrificio ed abnegazione sono costantemente al fianco dei loro nipoti, permettendo ai figli di lavorare; ma come pretendere che abbiano sufficienti competenze informatiche per gestire la didattica a distanza dei nipotini? C’è chi invece ha rinunciato totalmente all’istruzione dei figli portandoli a lavoro con sé, ove possibile, oppure chi ha optato per una baby sitter ma con un consistente aumento delle spese mensili. Tutte scelte di compromesso dove il prezzo maggiore lo pagano sempre loro, i nostri bambini e le loro famiglie. Ora mi permetta una osservazione da politico oltre che da genitore, non è comprensibile questa “babele” nelle Istituzioni pubbliche, in grado in alcuni casi persino di capovolgere le decisioni del Governo Centrale. Signora Ministra, mi appello a Lei perché noi genitori siamo stremati; eppure qui a Pulsano, nonostante i contagi da Coronavirus siano in linea con i dati della provincia Jonica (e che quindi non giustificano certi provvedimenti), si decide di chiudere la scuola lasciando però aperte le vie, le piazze ed alcune tipologie di esercizi commerciali che tipicamente costituiscono centri di aggregazione per adolescenti e adulti dai discutibili comportamenti ma che, evidentemente, l’assenza di controllo del territorio rende attuabili. D'altronde fenomeni analoghi si sono registrati durante l'intero periodo estivo sul nostro litorale (evidentemente causa della seconda ondata). Quotidianamente ricevo gli appelli di genitori in difficoltà, di onesti cittadini che pagano le tasse e rispettano diligentemente le norme di prevenzione alla diffusione del Coronavirus, eppure non possono far fruire ai propri figli la didattica a distanza perché Signora Ministra, con uno stipendio si paga il mutuo e con l’altro si mangia e si pagano le bollette. Signora Ministra, siamo consapevoli che le Sue attribuzioni non permettono di abrogare le ordinanze emesse dai sindaci, ma con questo accorato appello chiediamo in Suo intervento affinché tramite gli Enti preposti si possa provare a discutere le scelte prese per i bambini di questa piccola comunità che, privati di un bene essenziale quale l’istruzione, stanno subendo consistenti gap nell’apprendimento, disparità di trattamento e più in generale un fortissimo disagio psicologico dato dalle privazioni di questo periodo che appare ormai evidente non prospettarsi breve. Perché questa pandemia lascerà il segno sotto forma di una crisi globale che tra i vari aspetti contemplerà anche i ritardi nella scolarizzazione e nella socializzazione di quei bambini che subiscono e subiranno le discutibili scelte degli adulti di chiudere scuole, scelte destinate ad aumentare ulteriormente le disuguaglianze sociali. La prego di accogliere, Signora Ministra, i sensi della mia più alta stima. (Emiliano D’Amato, Capo Gruppo Pulsano Bene Comune)

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