Nel suo discorso sul palco dell’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto, Marco Cappato, tesoriere della Fondazione Luca Coscioni, ha denunciato la situazione dei malati di cancro che non sono attaccati a una macchina e non hanno il diritto di avere il suicidio assistito.
“Lo Stato li costringe a subire una tortura contro la loro volontà e minaccia di arrestare chiunque li aiuti a morire – ha detto Cappato -. I medici non possono fare ciò che è permesso in Spagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo. A Taranto, chiunque lo faccia sarebbe arrestato. Cappato ha sottolineato che rischiano fino a 12-15 anni di carcere e che la situazione deve cambiare”.
La disobbedienza civile è necessaria e Cappato, insieme all’Associazione Luca Coscioni, chiede allo Stato “di non voltare le spalle ai malati terminali e di concedere loro la libertà di scelta. La democrazia deve essere vissuta, anche attraverso la musica e grazie alla celebrazione dell’1 maggio”.
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