Puglia: Nella nuova giunta Emiliano anche un'imputata

Brindisi resta a secco, Foggia e Taranto hanno un solo rappresentante a testa

CRONACA
19.11.2020 19:30

Anita Maurodinoia, conosciuta come Lady preferenze
Una giunta incompleta, ma con una imputata. A due mesi dalle elezioni regionali, il riconfermato presidente Michele Emiliano nomina la sua squadra di governo per la Regione. Ma basta soltanto la bozza della sua giunta che circola fin dalla mattinata per far discutere sulla scelta dei nomi e le loro appartenenze politiche e geografiche. Il governatore Emiliano ha nominato nove assessori su dieci, tenendo per sé la delega al Welfare destinata al Movimento 5 Stelle. Che però non ha ancora deciso se entrare o no in giunta. Decisione che con tutta probabilità verrà sottoposta al giudizio degli attivisti con una votazione online sulla piattaforma Rousseau. Ma a provocare maggiori tensioni è l'assessorato ai Trasporti e alla mobilità sostenibile affidato all'esponente dem triggianese Anita Maurodinoia, conosciuta come "Lady preferenze". Peccato che sia ancora imputata per corruzione insieme con il marito Alessandro Cataldo nell'ambito di un'inchiesta su appalti dirottati alla Provincia all'epoca in cui era vicepresidente dell'amministrazione provinciale barese. Quella di Maurodinoia comunque è una delle tre caselle che Emiliano vuole lasciare a donne. La seconda assessora è Anna Grazia Maraschio: entra in giunta in quota Sinistra Italiana ed è il nome gradito anche da Nichi Vendola. Emiliano le consegna un superassessorato: Ambiente, rifiuti e bonifiche, risorse idriche, paesaggio, urbanistica e politiche abitative. Maraschio è anche uno dei due nomi esterni al consiglio regionale che Emiliano può nominare nella sua squadra di governo. Il secondo nome esterno è di grande rilievo: Massimo Bray, ex ministro della Cultura e direttore della Fondazione enciclopedia Treccani. A lui va l'assessorato a Cultura e turismo. Gli altri sei assessori uomini sono Raffaele Piemontese (foggiano, dem, già ex assessore al Bilancio) nominato vicepresidente della giunta con delega a Bilancio, infrastrutture, demanio e patrimonio; Alessandro Delli Noci (leccese, esponente di Con) assessore allo Sviluppo economico e politiche giovanili; Sebastiano Leo (eletto a Lecce, esponente dei Popolari e assessore uscente) assessore a Formazione e Lavoro, scuola, università; Pierluigi Lopalco (eletto a Bari ma di Mesagne, nella lista di Con) assessore alla Salute, benessere animale e sport; Donato Pentassuglia (del Pd, eletto a Taranto) assessore all'Agricoltura; Francesco Stea (ex assessore, componente dei Popolari, eletto a Bari) assessore al Personale. Viene fuori così una giunta ad assetto fortemente salentino, visto che quattro dei nove assessori (Delli Noci, Leo, Maraschio e Bray) provengono dalle province di Brindisi e Lecce. Se e si dovesse stabilire chi ha vinto e chi ha perso in questa lunga contesa per entrare in giunta, in effetti, di sicuro perdono il Pd, che conta appena tre assessori, e la città di Bari. Il capoluogo di regione, decisivo per la vittoria di Emiliano, non ha un solo esponente proveniente dalla città. Ci rimettono dunque gli uomini e le donne vicini al sindaco Antonio Decaro e al segretario regionale del Pd, Marco Lacarra. Non a caso quest'ultimo commenta la notizia della giunta con un comunicato stringato, tenendo però a specificare che sulle nomine lui non ha deciso nulla e che "il presidente ha fatto le sue valutazioni ".Stesso discorso per la Bat, che non ha un solo esponente in giunta nonostante il ruolo del biscegliese Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali, in campagna elettorale. Anche Brindisi resta a secco, mentre Foggia e Taranto invece hanno un solo rappresentante a testa, rispettivamente Piemontese e Pentassuglia (quest'ultimo, a proposito di grane giudiziarie, risulta ancora coinvolto nel processo Ambiente Svenduto sull'Ilva di Taranto). Scelte che stanno già provocando forti mal di pancia nel Pd. Nell'elenco dei perdenti ci sono anche le associazioni femminili, che vedono sfumare la promessa di una giunta composta al 50 per cento da donne. Vincono invece le liste civiche. Non tutte, ma soltanto Con e Popolari, la lista di Massimo Cassano che piazza due assessori. La civica Senso Civico- Articolo Uno, rimasta fuori dal consiglio regionale, protesta. Per il coordinatore nazionale di Articolo Uno, Arturo Scotto, "Emiliano si assume la responsabilità di escludere un pezzo importante della sinistra pugliese". La replica a stretto giro arriva con una nota firmata da Giovanni Procacci, consigliere politico di Emiliano: "Senso civico non coincide affatto con la lista dell'onorevole Scotto, ma è in parte composta da candidati di Articolo Uno". (Da Repubblica)

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