Secondo Confartigianato, il traguardo FER è possibile ma servono certezze normative
La Puglia accelera sulla strada della transizione energetica, con l’obiettivo di incrementare la produzione da fonti rinnovabili (FER). Entro la fine dell’anno la regione dovrà raggiungere una potenza aggiuntiva complessiva pari a 2.405 megawatt, come previsto dalla Tabella A allegata al Decreto Aree Idonee del 21 giugno 2024.
A fornire il quadro aggiornato è il Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia, che ha elaborato i dati forniti da Terna. Secondo l’analisi, la variazione netta attualmente registrata in regione è di 1.706 megawatt, tenuto conto delle nuove installazioni e dei potenziamenti, al netto di dismissioni e depotenziamenti. Rispetto al cronoprogramma, che prevedeva entro aprile 1.916 megawatt, mancano circa 210 megawatt.
Pur essendo in ritardo, la Puglia resta tra le regioni italiane con i target più ambiziosi. In testa, per ora, il Lazio, che ha già superato il proprio obiettivo con +1.131 megawatt, seguito da Lombardia (+526) e Piemonte (+344). Più in difficoltà, invece, Sardegna (-284), Sicilia (-253) e Calabria (-233).
Il Decreto Aree Idonee, adottato in attuazione del decreto legislativo 199/2021, stabilisce criteri e vincoli per individuare i territori dove possono essere installati impianti a fonti rinnovabili. Le Regioni devono individuare sia aree idonee che non idonee, anche attraverso un sistema di burden sharing. È previsto inoltre un regime sanzionatorio per le Regioni inadempienti, con obbligo di compensazione economica verso altre amministrazioni più virtuose.
Sul tema è intervenuto anche Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia: “È risaputo che la nostra regione possiede un enorme potenziale per la produzione da FER. Tuttavia, l’incertezza normativa, accentuata dalla recente sentenza del TAR Lazio, rappresenta un freno significativo. Serve un equilibrio tra sviluppo energetico, tutela del paesaggio, produzione agricola e vocazione turistica”.
La sentenza n. 9155 del TAR Lazio, depositata lo scorso 12 maggio, pur riconoscendo l’autonomia legislativa regionale, ha stabilito che le leggi locali non possono introdurre restrizioni maggiori rispetto alla normativa nazionale, obbligando almeno il recepimento delle aree idonee indicate per legge.
“Lo sviluppo delle rinnovabili in Puglia è un’occasione cruciale a condizione che imprese e cittadini ne siano i primi beneficiari, anche attraverso una riduzione concreta dei costi in bolletta che oggi frenano la competitività dell’intero sistema produttivo”, conclude Sgherza.
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