Gigi Panarelli (foto SS Taranto)
Gigi Panarelli (foto SS Taranto)

(Di Lorenzo Ruggieri) Cinque anni dopo la sua ultima esperienza sulla panchina rossoblu, Luigi Panarelli torna alla guida del Taranto. Il tecnico, che aveva allenato la squadra tra il 2018 e il 2020, ha accettato nuovamente l’incarico rispondendo alla chiamata del club alla vigilia della gara di Coppa Italia con il Novoli, primo impegno del triangolare valido per l’accesso alla finale. “Quando chiama il Taranto si sceglie anche con il cuore. Sono stato lusingato che una proprietà così importante abbia pensato a me. Ho accettato perché ci sono motivazioni e l’occasione per cercare di centrare l’obiettivo. Le sensazioni sono positive, ci sono stimoli nuovi e sono contento”, ha dichiarato il tecnico.

Sul mercato, Panarelli ha evidenziato la necessità di lavorare con il gruppo attualmente a disposizione: “Quando si subentra bisogna fare di necessità virtù. Non penso al mercato, ma a ciò che ho trovato. Ci sono defezioni e diversi giocatori con risentimenti come Souare, Monetti, Konate, Vukoja, oltre allo squalificato Russo. Dovrò cucire un vestito su misura per chi è disponibile. Abbiamo preparato il match in un giorno e mezzo, siamo consapevoli e fiduciosi. È una competizione importante che permette il salto di categoria: sarà una partita rilevante, ma non decisiva. La città e la proprietà sono vicine e dovremo dare il massimo”.

Il tecnico ha spiegato quali saranno le priorità del suo lavoro: “Ho iniziato solo ieri (martedì 25 novembre, ndr). Abbiamo parlato con i ragazzi perché serve una mentalità vincente. Il Taranto è obbligato a vincere, ma bisogna restare con i piedi per terra. Per ogni avversario questa è la partita di cartello e ho detto alla squadra che servono personalità e spavalderia, senza presunzione”.

Panarelli ha evidenziato anche il messaggio trasmesso al gruppo: “Giocare a calcio è il mestiere più bello. Non deve essere un peso e la pressione non deve consumare energie nervose. C’è un’occasione importante e i giocatori devono essere consapevoli della maglia che indossano. Spetta a me trasferire il senso di appartenenza. Dobbiamo essere uniti, siamo condannati a vincere perché abbiamo un obiettivo da centrare”.

Dal punto di vista tecnico, l’allenatore ha indicato le linee guida del proprio approccio: “Vogliamo avere il dominio del gioco, non solo in fase di possesso. Abbiamo lavorato su questi aspetti nelle due sedute. I risultati arrivano con l’organizzazione. Rispettiamo il Novoli, squadra di palleggio che non molla mai. Abbiamo delle ferite che fanno ancora male e vogliamo riscattarci. Devo trasmettere fiducia, mentalità e lavoro”.

Sul piano motivazionale, Panarelli ha ricordato le proprie esperienze precedenti: “Prima di allenare il Taranto ho vinto un campionato di Eccellenza con l’Altamura, ma questo non è un torneo di Eccellenza: qui ci sono tanti giocatori provenienti da categorie superiori. Il progetto Taranto è importante: ho ricevuto richieste da squadre di vertice della Serie D, ma non ci ho pensato due volte. Il progetto conta più delle categorie. Il campionato è difficile e dobbiamo essere realisti: il Taranto non è mai stato in Eccellenza, ma ora ci siamo e serve umiltà. In questo torneo contano i punti: mi piace giocare, ma serve tempo per trasmettere la mia mentalità. Non bisogna mai mollare, contano i risultati”.

Sul tema dello staff, il tecnico ha puntualizzato: “Ci stiamo lavorando, preferisco attendere le ufficialità. Cerchiamo professionisti”.

Quanto alla gara con il Novoli, ha spiegato: “Sarà una partita difficile, ma diversa rispetto a quella di domenica scorsa. Non ci sono i tre punti in palio, ma una doppia sfida per il passaggio del turno. Per andare in Serie D si passa anche da qui. È una gara più importante di una sfida di campionato”.

Infine, sul tema del portiere da schierare, Panarelli ha chiarito: “Quando si prende gol non è sempre responsabilità del portiere, bisogna contestualizzare. È un ruolo particolare perché non ha nessuno alle spalle. Ne stiamo parlando con il direttore e con la proprietà. Preferisco comunicare la formazione poco prima della gara per tenere tutti sulla corda”.