Il Movimento 5 Stelle di Taranto si oppone alla realizzazione del nuovo impianto per il trattamento di rifiuti inerti previsto tra il Mar Piccolo e il quartiere Paolo VI, una delle aree più fragili e sensibili del territorio jonico.
Il progetto, che prevede la lavorazione di 260.000 tonnellate annue di materiali e un transito stimato di oltre 18.700 camion all’anno, solleva forti preoccupazioni per l’impatto ambientale e sanitario. Secondo i dati diffusi dal M5S, le emissioni di polveri sottili (PM10) potrebbero raggiungere 780 grammi all’ora, mentre l’impianto occuperà 40.000 metri quadrati di suolo, tra terreni agricoli e zone soggette a vincoli ambientali.
“Un progetto di questa portata non può essere imposto in silenzio, senza alcun confronto pubblico o coinvolgimento della cittadinanza – dichiara il Movimento -. Taranto ha già pagato un prezzo altissimo in termini di salute e ambiente. È inaccettabile continuare a trattare la città come un’area di sacrificio”.
Il M5S chiede
- l’immediata sospensione dell’iter autorizzativo;
- la massima trasparenza sugli atti e sui soggetti coinvolti;
- l’avvio di un processo partecipativo che ponga al centro i diritti dei cittadini, la salute pubblica e la sostenibilità ambientale.
Per il movimento, Taranto necessita di bonifiche e riqualificazione, non di ulteriori impianti a rischio. “Questa città merita un futuro sostenibile e dignitoso. Continueremo a lottare al fianco dei comitati, delle realtà civiche e dei cittadini per impedire la realizzazione di un progetto che rappresenta l’ennesima minaccia al territorio”.
Il Movimento 5 Stelle ha ribadito l’intenzione di agire in tutte le sedi istituzionali per fermare l’impianto e per difendere il diritto dei tarantini a vivere in un ambiente salubre.
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