Teatro: Il mercante di Venezia, sabato 5 novembre all’Auditorium TaTÀ di Taranto

Foto Studio P2
Cultura, musica e spettacolo
03.11.2022 09:00

Le ragioni del cattivo. Per il cartellone “Periferie e non solo”, rassegna di teatro e cinema, sabato 5 novembre, alle ore 21 all’Auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, in scena “Il mercante di Venezia. Il teatro dopo la peste”, liberamente tratto da William Shakespeare, elaborazione drammaturgica Stefania Marrone, regia Cosimo Severo, musiche originali, Fabio Trimigno, con Salvatore Marci, musicisti in scena Antonietta Pilolli/Michela Celozzi (violoncello), Andrea Stuppiello (percussioni), Fabio Trimigno (violino) e la partecipazione di Giovanni Salvemini (voce e ukulele), scene e disegno luci Luca Pompilio e Cosimo Severo, produzione Bottega degli Apocrifi. A seguire “Quando teatro e musica si incontrano”, confronto e ascolto guidato con Fabio Trimigno e musicisti di Bottega degli Apocrifi.

Dopo la peste che aveva colpito Londra a fine ‘500 in città non si respirava una bella aria, i ricchi erano guardati con invidia, i poveri con disprezzo, quelli che professavano un’altra religione con sospetto… A Shakespeare venne commissionato di scrivere un’opera antisemita in un momento in cui gli ebrei col loro sistema di prestiti tenevano in vita - e quindi sotto scacco - tutta Londra. A una città impoverita serviva un nemico, ma alla richiesta facile di un colpevole Shakespeare rispose attraverso la complessità, portando per la prima volta in scena, nel Seicento, le ragioni del cattivo, anticipando ancora una volta la cultura contemporanea.

Un racconto per attore e musici. Un monologo a più voci, una storia d’amore e debiti. Due amici, una donna, un voto solenne, un prestito in denaro, una libbra di carne umana richiesta come penale, una punta di odio verso lo straniero che ha una cultura, delle abitudini e una religione diversa. Non è difficile attendersi legittimo spargimento di sangue e morti non accidentali, ma a Shakespeare quella volta era fiorita in petto una gran voglia di commedia. Si rischia di ridere in questa storia. L’ha scritta Shakespeare del resto. E, come spesso accade nelle sue opere, al riso si arriva come una liberazione, come una risalita insperata dopo aver toccato il fondo dell’animo umano.

Come nasce la musica per il teatro? Forse il teatro, sin dalle sue origini, ha sempre fatto uso della musica. Ma allora cosa serve la musica nel teatro? Ne “Il mercante di Venezia” di Shakespeare ci sono tutti gli ingredienti perché una commedia finisca in tragedia, e gli stessi ingredienti danno ritmo e suono ad una musica originale che pian piano racconta ciò che di impalpabile ha ogni personaggio. La musica è come un bisturi che esplora a fondo quei sentimenti come l’odio che non ha bisogno di una buona ragione e che, nel migliore dei casi, genera mostri.

L’incontro con i musicisti dopo lo spettacolo sarà l’opportunità per il pubblico di un confronto e di un ascolto guidato di alcune delle musiche di scene che sono nate non solo attraverso l’intreccio della drammaturgia e il lavoro con il regista, ma anche da una ricerca e analisi musicale di alcuni temi della tradizione ebraica e della tradizione canora veneziana. (Comunicato stampa)

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