Vigili del fuoco, parte da Taranto un SOS verso Salvini

In evidenza: carenza di organico e adeguamento salario

CRONACA
03.06.2019 16:41

Assemblea sindacale all’interno del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Taranto. L’iniziativa promossa dalla FP CGIL è servita per fare il punto sulla situazione all’interno del corpo più amato degli italiani eppure così poco tutelato. Basti pensare – ha detto il coordinatore nazionale dei Vigili del Fuoco della Funzione Pubblica, Mauro Giulianella – che questi lavoratori lavorano senza avere nessun tipo di tutela INAIL riferita agli eventuali infortuni o malattie contratte durante il servizio. Proprio così, i Vigili del Fuoco che ogni giorno entrano in contatto con fumi (a volte nocivi), sostanze pericolose come materiali altamente tossici o amianto, corrono tutti questi rischi avendo uno stipendio di media molto basso e non potendo contare sulla prima forma di riconoscimento che lo Stato potrebbe fornire loro assicurando, almeno, una copertura risarcitoria o pensionistica correlata a queste continue esposizioni. Così a Taranto da poco riconosciuta a livello centrale come sede operativa di pregio, tanto da aver ricevuto la nomina di un dirigente superiore, si fanno i conti con le problematiche di sempre: pochi mezzi e quasi tutti vetusti (automezzi vecchi di 20 o 30 anni), una carenza d’organico ormai ultradecennale e l’impossibilità, proprio in virtù di queste ragioni, di poter assicurare alla comunità la cosiddetta seconda chiamata. In poche parole se la squadra dei Vigili del Fuoco di Taranto che nelle ore diurne serve il Comune capoluogo da Paolo VI alla Salinella e Talsano, e poi i comuni di Statte, Monteiasi, Montemesola, Grottaglie, San Giorgio e Leporano, dovesse essere impegnata in un incendio non potrà garantire l’uscita di una squadra per un incidente o incendio che dovesse verificarsi in contemporanea. Siamo costretti a ricorrere a squadre provenienti da altri territori – specifica Gaetano La Corte, coordinatore provinciale dei VVF di Taranto – sempre che queste squadre non siano impegnate nei loro territori. Siamo poco più di 300 e basta un raffreddore, un imprevisto per uno di noi per smontare una squadra e non essere più quel presidio di soccorso che i tarantini, da cittadini italiani, meriterebbero. Avremmo bisogno – continua La Corte – almeno di altre 40 unità. Insomma nell’area ad alto rischio di incidente rilevante, vista la presenza del porto e della grande area industriale tarantina, il soccorso alla cittadinanza e la loro sicurezza si interpretano così. Il Ministro Salvini – dice Giulianella – farebbe bene

a rispondere a queste emergenze, ricordando che a Taranto come altrove i Vigili del Fuoco sono l’avamposto più vicino alle istanze di soccorso degli italiani. Attendiamo pertanto di sapere da lui quando renderà esigibili i 213 milioni di euro premessi e che servirebbero per adeguare anche se in minima parte gli stipendi di questi lavoratori a quelli dei corpi europei. All’incontro di questa mattina con i Vigili del Fuoco di Taranto, oltre ai coordinatori nazionali e provinciali, ha partecipato anche il componente della segreteria provincia della FP CGIL, Cosimo Sardelli.

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