Taranto: Tari, commercianti contro l’ennesimo aumento

CRONACA
Iv.
28.01.2019 14:52

Nuovi aumenti in arrivo per le attività del commercio del Comune di Taranto. Per tutte le utenze è ormai certa una lievitazione della TARI, la tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, anche se gli aumenti andranno ad incidere – come annunciato dalla Amministrazione comunale-   soprattutto su le attività economiche. Nuovo aumento che appare davvero fuor di luogo, in considerazione anche dello scadente  livello del servizio offerto. E’ noto che la normativa prevede l’obbligo della copertura dei costi di gestione del servizio a carico dell’utenza. Il costo di gestione dei rifiuti solidi urbani del comune di Taranto supera di oltre il 28% il livello di spesa ideale definito dal Dipartimento delle Finanze e dalla società SOSE, infatti il capoluogo jonico attualmente ha già un livello di spesa in Puglia  superato solo da Brindisi. E’ altresì evidente che l’Amiu ad oggi non ha saputo adottare criteri di gestione del servizio che portassero ad una riduzione dei costi. Da anni Confcommercio chiede politiche di gestione del servizio offerto dall’Amiuche consentano un miglioramento delle performance aziendali ed una sostanziale riduzione del costi con un conseguente alleggerimento della TARI in una città dove ,peraltro, da anni la tassazione locale è applicata al suo massimo, in ragione della dichiarazione di dissesto del Comune. Confcommercio sin dalle precedenti amministrazioni si è fatta promotrice di percorsi di confronto con i responsabili della municipalizzata per individuare interventi da mettere in campo per raggiungere un’ effettiva contrazione dei costi,  individuando meccanismi –di premialità- che favorissero anche comportamenti virtuosi dal punto di vista ambientale. E’ evidente che ciò è realizzabile innanzitutto attraverso la attivazione della raccolta differenziata, fronte sul quale Taranto è in enorme ritardo: nelle poche aree urbane dove è stata attivata avviene con discontinuità e  modalità operative inadeguate. D’altra parte è possibile che gli ultimi nuovi  incrementi dei costi siano riconducibili  proprio alla mancata estensione della raccolta differenziata, essendo prevista una addizionale sull’ecotassa regionale sino al  20% nei comuni che non abbiano portato la differenziata alla soglia minima del  65%. Una serie di meccanismi insomma che inevitabilmente incidono sui costi di gestione dell’Amiu e che ad oggi vengono scaricati sui cittadini, ma soprattutto sulle imprese – per le quali si prevedono gli aumenti maggiori- che non hanno alternativa alcuna e che devono farsi carico di un costo iniquo per un servizio reso di scarsa qualità. Il rischio è che l’esosità di tali costi possa scoraggiare l’insediamento di nuovi investimenti nel capoluogo dove, tanto per fare un esempio, un’attività di 500 mq di superficie paga 2 mila e 400 euro di TARI a San Giorgio Jonico, contro i 7 mila e 400  per una superficie di 430 metri quadri di Taranto. Auspicando  che il Consiglio comunale individui percorsi che impediscano questi nuovi aumenti ai danni delle imprese del capoluogo e dei cittadini che hanno il sapore di una    beffa, anche in considerazione delle condizioni di scarso decoro ed igiene in cui versa la città, si confida in un ripensamento. In caso contrario Confcommercio come sempre si attiverà in azioni di mobilitazione e opposizione all’aumento della tassa.

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