Serie B: Favola Lecce, dalla Serie C alla A in un anno

Il presidente Sticchi Damiani e il ds Meluso hanno compiuto un capolavoro pur stravolgendo la squadra che era stata promossa lo scorso anno. Al resto ha pensato l'ottima capacità gestionale del tecnico

Serie B
11.05.2019 18:31

Dalla C alla A in sole due stagioni: il Lecce rinverdisce una tradizione piuttosto consueta in serie B (solo negli ultimi 9 anni c'erano riuscite Cesena, Novara, Frosinone, Benevento e Spal, ndr) e ripete un'impresa che aveva già centrato a cavallo tra il 1995 e il 1997 quando la squadra allora allenata da Gian Piero Ventura fece il doppio salto trascinata dai gol di Francioso e Palmieri. Un giorno atteso 7 anni che cancella l'atroce amarezza per la doppia retrocessione (dalla A in Lega Pro) comminatagli nel 2012 dalla Corte federale anche per colpa della famosa combine nel derby con il Bari.

Il trionfo di Sticchi Damiani E' l'ennesimo successo dell'avvocato Saverio Sticchi Damiani che, da quando ha rilevato la società insieme a una cordata di imprenditori, nel novembre 2015, ha sempre soltanto salito gradini: 3° il primo anno in serie C, 2° il secondo, 1° il terzo. Infine la promozione diretta in A in questa stagione. Il tutto dopo aver stravolto la squadra. Della promozione in B dello scorso anno, infatti, sono rimasti solo due titolari, Marino e Mancosu, più la riserva di lusso Tabanelli.

Meluso, un puzzle perfetto Il ds Mauro Meluso ha dimostrato di saper costruire puzzle alla perfezione. Ha messo gli uomini giusti ai posti giusti: gli esperti Meccariello (Brescia), Lucioni (Benevento), Venuti (Benevento) e Calderoni (Novara) in difesa, Scavone (Parma), Petriccione (Bari) e poi, a gennaio, Tachtsidis (riportato in Italia dopo essere finito a far panchina al Nottingham Forest) e Majer (sloveno pescato al Rostov) a centrocampo, e infine, Falco (Pescara), Palombi (Salernitana) e La Mantia (Entella) in attacco.

La rivincita di Liverani Gente affamata che Fabio Liverani ha saputo far rendere al meglio attuando il 4-3-1-2 o il modulo ad albero di Natale (4-3-2-1). Ma al di là dei buoni principi di gioco (pressing alto, linee strette, veloce giro-palla e doppio regista), il tecnico giallorosso ha dimostrato di essere un grande gestore di risorse. Ha tirato fuori da tutti il meglio dando al gruppo grande continuità e consapevolezza dei propri mezzi. Il prossimo anno tornerà sul palcoscenico più importante per giocarsi quella chance che forse troppo presto, 6 anni, fa gli era stata data da Preziosi al Genoa. Allora venne esonerato dopo appena due mesi dopo aver racimolato 1 vittoria, 1 pari e 4 sconfitte. Stavolta avrà l'opportunità di prendersi una bella rivincita. (Da La Repubblica)

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