Guardia di Finanza: Arrestato ex presidente della provincia Taranto

Inchiesta dei militari della Gdf sulla discarica di Grottaglie: altri 6 in manette

CRONACA
14.03.2019 14:49

Martino Tamburrano, ex presidente della provincia di Taranto

Alle prime luci del mattino di giovedì 14 marzo, la Guardia di Finanza di Taranto ha eseguito sette arresti, quattro in carcere e tre ai domiciliari. Tra le persone arrestate l’ex Presidente della provincia di Taranto Martino Tamburrano, un dirigente dell’Ente ed un imprenditore della provincia ionica.

OPERAZIONE “T.REX”: ESEGUITI 7 ARRESTI PER CORRUZIONE E TURBATA LIBERTA’ DEGLI INCANTI. Su disposizione della Procura della Repubblica di Taranto, militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo Jonico hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del locale Tribunale, nei confronti dell’ex Presidente della Provincia di Taranto, di un Dirigente dello stesso Ente, del presidente e di un membro della Commissione di gara per la Raccolta di Rifiuti Solidi Urbani di un comune della provincia di Taranto, di 2 imprenditori attivi nel settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, nonché del procuratore speciale di una società gestore di una discarica ubicata nel comune di Grottaglie. I reati contestati sono, tra gli altri, quelli di corruzione, e turbata libertà degli incanti. L’operazione ha visto impegnati finanzieri nelle provincie di Taranto, Roma, Bari e Milano, per l’esecuzione dei provvedimenti e delle perquisizioni presso uffici pubblici e numerose sedi societarie. Le indagini riguardano, in particolare, l’iter amministrativo per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie – contrada Torre Caprarica, richiesta dalla società che la gestisce. Il gruppo, costituito dall’ex presidente della Provincia, da un dirigente dello stesso Ente e da imprenditori operanti tra l’altro nel settore dello smaltimento e gestione rifiuti, avrebbe tratto vantaggi in denaro e beni attraverso atti corruttivi che avrebbero consentito notevoli indebiti guadagni. Si è accertato, anche attraverso l’ausilio di attività tecniche, che la società proprietaria della discarica di Grottaglie – Contrada Torre Caprarica – aveva terminato la sua attività di raccolta in quanto il sito era ormai colmo, senza possibilità di poter conferire ulteriori RSU. Nell’agosto del 2017 la Provincia di Taranto, dopo i pareri negativi degli organi preposti, aveva respinto la richiesta di ampliamento. Il procuratore legale della società, sfruttando i buoni uffici di un imprenditore di San Marzano di San Giuseppe, avrebbe iniziato a tessere stretti rapporti illeciti con il Presidente pro tempore della Provincia di Taranto, finalizzati a valutare nuovamente, la richiesta “rigettata” di rilascio dell’autorizzazione per il sopraelevamento della discarica di ulteriori 15 metri rispetto al livello di colmata. A fronte di tali accordi, l’ex Presidente della Provincia si sarebbe attivamente adoperato per nominare un nuovo comitato tecnico e un compiacente Dirigente del Settore Ambiente, figura fino ad allora ricoperta dal segretario provinciale. I pubblici ufficiali, a fronte di tale impegno contrario ai propri doveri, avrebbero ricevuto denaro e altre utilità, tra queste ultime l’ex presidente della Provincia avrebbe ottenuto, contributi per finanziare la campagna elettorale della moglie alle ultime elezioni politiche per il Senato. L’accordo corruttivo sarebbe stato talmente esplicito che il ritardo nel completamento dell’iter amministrativo avrebbe generato le vibrate rimostranze del presunto corruttore che lamentava, per ogni giorno di inattività un mancato guadagno costituito dai ricavi derivanti dal conferimento in discarica dei rifiuti. Le modalità di corresponsione delle dazioni illecite si sono rivelate particolarmente ingegnose e innovative e, per lo più, elaborate nel corso di incontri conviviali tra gli indagati. I fondi da destinare ai pubblici ufficiali infedeli sarebbero stati costituiti attraverso l’affidamento dei lavori di sanificazione della discarica alle società riconducibili all’imprenditore sammarzanese. I pagamenti per tali prestazioni, risultati sovrafatturati, erano in buona parte destinati a corrispondere il prezzo della presunta corruzione. Il rappresentante legale della discarica, attraverso l’intermediazione del titolare di un autosalone, avrebbe donato all’ex presidente della Provincia di Taranto, quale ulteriore compenso illecito, una autovettura di lusso del valore commerciale di circa 50 mila euro. La presunta gestione degli affari illegali da parte dell’ex Presidente della Provincia di Taranto si sarebbe spinta fino all’affidamento diretto, all’imprenditore di San Marzano, di lavori per somma urgenza e necessità in occasione degli eventi di calamità naturale verificatisi nell’estate del 2018, facendo fruttare compensi per ulteriori 95 mila euro circa. Infine, è stato accertato che l’ex Presidente della Provincia si sarebbe prodigato per pilotare anche la gara di appalto per i servizi di raccolta rifiuti del Comune di Sava, influendo sul giudizio tecnico di due professionisti corrotti, facenti parte della commissione di gara, permettendo di far vincere l’appalto allo stesso imprenditore amico, attraverso una delle sue imprese.

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