Mons. Santoro ammonisce Governo: ‘Promesse strumentali e irrealizzabili’

Durante il discorso conclusivo per i festeggiamenti in onore di San Cataldo

CRONACA
11.05.2019 09:16

I temi di natura ambientale, politica e sociale sono stati affrontati dall’Arcivesvovo di Taranto Mons. Santoro nel discorso conclusivo dei festeggiamenti in onore del patrono della città bimare, durante la Processione a terra di San Cataldo. “In un giorno di festa, non possiamo esimerci da guardare con occhi disincantati alle vicende della nostra terra. Anzi è l’occasione più appropriata perché la fede chiami in causa le opere!
Se la città è disorientata e insoddisfatta è perché il timore del perpetrarsi dell’oltraggio ambientale non è stato fugato. Abbiamo preso atto di molte promesse che sono state fatte e presto si sono rilevate strumentali e irrealizzabili. Chiediamo al governo, ai ministri che sono venuti a Taranto, di non tergiversare oltre e di adoperarsi per la piena attuazione degli impegni presi. Si proceda poi con gli interventi di bonifica, all’interno e all’esterno dello stabilimento, con interventi celeri e trasparenti che restituiscano la serenità al quartiere che ha pagato il prezzo più alto di tutti. Riprogrammare il futuro della città si può; il Contratto istituzionale di sviluppo del 2015 aveva previsto risorse e istituito un Tavolo per Taranto; il vicepresidente del consiglio è venuto qui a dirci che avrebbe recuperato il tempo perduto: ce lo auguriamo di cuore! Siamo qui a vigilare perché non venga disatteso anche questo impegno. C’è un altro grande tema di preoccupazione che è quello dell’offerta sanitaria, insufficiente a garantire prevenzione e cure adeguate ai numeri dell’incidenza delle malattie oncologiche sul nostro territorio. Accolgo le parole dolenti di chi mi parla del disagio di doversi curare lontano dalla propria famiglia, di non poter avere il conforto dei propri affetti nel momento in cui ne avrebbe più bisogno. So del disagio economico che questo comporta, delle liste di attesa. Come conosco lo spirito di abnegazione degli operatori sanitari, la loro fatica, che non può essere sufficiente a sostenere la risposta di servizi che devono essere veloci e tecnologicamente all’avanguardia. La nostra invocazione al Santo Patrono è perché posi sempre il suo sguardo, la sua mano, sul suo popolo e ci dia il conforto e la forza che ci servono per affrontare le difficoltà e progredire lungo il percorso del pieno soddisfacimento delle nostre legittime aspettative. Va da sé che per far fronte a tutti questi gravosi impegni la città ha bisogno di essere amministrata efficacemente, mi auguro pertanto che la nuova giunta abbia competenze adeguate e che sia varata al più presto. Negli ultimi giorni la nostra Provincia e quindi la nostra comunità è stata colpita dalla vicenda di Manduria. Lo sgomento per quel che è accaduto ci ha storditi tanto e insieme a giuste riflessioni e provvedimenti si è passati giudizi sferzanti sulla vicina cittadina, sui suoi abitanti, quando non si può generalizzare e stigmatizzare un’intera comunità cittadina. Pur tuttavia dobbiamo avere l’onesta di chiederci: Il caso dell’uomo vessato fino a causarne la morte è un caso isolato? Riguarda solo Manduria? È un episodio nuovo? La mia risposta è no! Quel che è accaduto a Manduria è il risultato estremo del decadimento dei valori che è presente in tutte le città come nelle piccole comunità. È il risultato estremo del disconoscimento della dignità della persona, della vita umana, qualsiasi sia la sua condizione, quale espressione che trova il suo fondamento ultimo nell’essere immagine e somiglianza di Dio. Tale disconoscimento non è cosa di ragazzi, ma è cosa di adulti che perdono sempre più il riferimento ai valori veri ed hanno ridotto la vita al profitto, al comodo e all’utile individuale; e viene da lontano, non da oggi e tantomeno da Manduria. È quotidiano il racconto di episodi di cronaca che vedono i bambini, le donne, i poveri, gli ultimi, oggetto di vessazioni che ci parlano di disprezzo della vita. Invece è proprio Gesù che sta negli occhi del malato, del debole: Lui è lì, lo è sempre stato, attraverso quegli occhi ci guarda. Opponiamoci a tutto questo riprendendo l’insegnamento di San Cataldo che ha trovato una popolazione disorientata e sperduta dal punto di vista civile e religioso e l’ha fatta rinascere. Proponiamo quindi modelli educativi positivi, opponiamoci con la forza della fede e con la dignità della vita civica ad ogni forma di violenza, a questa deriva pericolosa che rischia di risucchiarci nell’indifferenza. La proposta della Chiesa, rilanciata da papa Francesco e dal vostro vescovo è di una ripresa di dignità che viene dall’amore di Dio e che investe tutta la vita e la trasforma. Che il Signore penetri nella nostra carne, nella vita e nella società; nel modo di guardare, di concepire le cose e di agire. Il suo amore ci raggiunge, ci fa passare da semplici battezzati a discepoli ed ha una caratteristica suprema: dura nel tempo. Ci parla di croce e risurrezione. Di vita piena e vera. Ci conviene essere discepoli di Cristo e non rimanere senza punti di riferimento, schiavi dell’egoismo e del potere. Questo è tempo di rinascita e di costruzione comune. Con la protezione del nostro santo Patrono e con la partecipazione di tutti, nessuno escluso, ciascuno di noi può contribuire a rendere più giusta e più degna la nostra bellissima terra. Viva San Cataldo nostro patrono”.

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