Taranto: Il calo di tensione della ripresa deve far riflettere

L’analisi tattica di Vittorio Galigani

TARANTO
13.11.2017 15:18

Il primo tempo del Taranto sembrava aver chiuso i giochi. Le distrazioni, tante, della ripresa hanno fatto suonare un campanellino d’allarme. Poca cosa il Molfetta come valutazione generale. Quei tre gol del vantaggio iniziale debbono aver distratto più di qualcuno tra i ragazzi di Cazzarò. Alla fine si è rischiato il pareggio. Fallito dagli avversari proprio per la loro modesta caratura tecnica. Positiva la continuità nell’andare a rete di Pera. Come il primo gol di Diakitè con la maglia rossoblu. Capua, all’esordio, non poteva avere sulle gambe i novanta minuti. Il calo di tensione generale, del secondo tempo, deve far riflettere. Cazzarò dovrà valutare per il futuro, quanto potrà essere produttivo, una volta passati in vantaggio, mettere (sempre) la difesa schierata a cinque. Per il resto i pregi e i difetti di sempre. L’arrivo di Capua sistema, almeno numericamente, il centrocampo. Quello di Rosania la difesa. Diakitè, unito al “recupero” morale di Pera, crea le necessarie alternative in attacco. L’attenzione va ora posta sulla scelta, indovinata/ponderata, di alcuni validi “under”. 

IL GIRONE Come era nelle aspettative, la dodicesima di campionato è stata una giornata interlocutoria. Non perde un colpo il Potenza, che ha trovato in França il suo condottiero principe. Ciro Ginestra “sfrutta” al meglio il buon lavoro svolto dal suo predecessore Gigi Panarelli e mantiene (sorprendentemente) ai vertici l’Altamura. Il Cerignola dimostra di essersi ripreso dalla “sbandata” dei valori sportivi e tecnici in cui si è trovato inaspettatamente coinvolto. La Cavese va a prendersi bottino pieno a Gravina. L’unica delle squadre al vertice che accusa flessioni nel rendimento. Il campionato si gioca tutto qui. Il Picerno sta andando oltre le più rosee previsioni, in ogni caso i suoi 21 punti non gli permettono di fare voli pindarici. Con la sesta vittoria consecutiva il Taranto entra ufficialmente in zona play off. Sempre a quattro punti dalle seconde e a dieci dal “fuggitivo” Potenza.  Il Gravina è ormai alle spalle. La squadra allenata da Antonio Deleonardis ha perso la brillantezza di inizio stagione. A nulla serviranno i tre punti che acquisirà a tavolino per l’inadeguatezza dello stadio di Manfredonia.

LA PROSSIMA Il prossimo turno offre notevoli spunti di valutazione. Il Taranto è ospite della Cavese. Un campo da sempre ostico per i colori rossoblu. Nell’anno in cui  vincemmo campionato e scudetto, era il 1995, al Nicoletta Lamberti prendemmo una sonora “bambola” che mise temporaneamente in dubbio le nostre ambizioni. Ma anche in serie C, per il Taranto,  giocare su quel campo è sempre stato difficile. Quel “giorno” delle maglie bianco verdi (che nessuno volle comprendere) rappresenterà sempre il minimo storico. Il Potenza ospiterà il Gravina. L’Altamura il Picerno. Sulla carta il turno più facile è quello del Cerignola che attende il malcapitato fanalino di coda San Severo. Il Campionato entra nel vivo. Tutti si augurano di assistere al primo passo falso del Potenza. La squadra allenata da Ragno guarda tutti dall’alto dei suoi 34 punti con 39 reti realizzate e soltanto 5 subite. Il clou della stagione potrebbe presentarsi in occasione dello scontro diretto con il Taranto (penultima del girone di andata) allo Iacovone e il ritorno con la Cavese al Viviani (alla prima del girone di ritorno). All’andata il Potenza vinse a Cava con tre gol di scarto. Ove Ragno mantenesse il vantaggio attuale sarebbe “fantasioso” per tutti pensare di andarlo a riacciuffare.

BRAVO MICHELE Michele Cazzarò, alla sesta vittoria consecutiva, Merita ampiamente il podio. Lavora sulla semplicità, come vuole il calcio. Qualcuno dovrebbe mordersi le dita (i gomiti sono irraggiungibili) per averlo  chiamato in ritardo. In un ambiente, quello del calcio, dove si è tutti un po’ scaramantici Massimo Giove ha un merito. Ha contribuito a scacciare l’alone di “sgubbia” che si era impadronito dei colori rossoblu. Con i tempi che corrono non è cosa da poco. Per il resto lo attendiamo al 31 di dicembre. O anche prima ove ne fosse in grado, sarebbe un bel segnale. Cancellato il pegno che grava sulle sue quote potrebbe illustrarci cosa prevede il piano industriale da lui predisposto per il rilancio del Taranto.

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