Castellaneta: Guida, 'Segnalinee incompetente'

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Dante Sebastio
20.03.2017 13:14

Il tecnico Walter Lippolis aveva lasciato il Castellaneta a soli 6 punti dalla salvezza diretta e con la possibilità di rincorrere almeno sette formazioni e di avere un vantaggio di 5 punti sul fanalino di coda Grottaglie: adesso, con la nuova gestione, la compagine di Bosco ha recuperato tre punti. Inoltre nelle ultime dieci partite l’ex allenatore biancorosso, Lippolis, pur subendo in sole due circostanze, con la capolista Fasano e Manduria (con vari problemi di formazione) qualche gol di troppo, aveva ottenuto un bottino di ben undici punti. Numeri ottimali per una formazione giovane che ha sempre dichiarato di doversi salvare. Purtroppo quella tanto attesa svolta non sembra esserci stata. Ora, però, affacciamoci al ko interno, di misura con l’Aradeo (che non poteva disporre dei fratelli De Razza), che un nervoso Giovanni Guida commenta così: “Sono incazzato nero: il segnalinee vicino la panchina era un “coglione”: ha praticamente guardato la nostra panchina per quasi tutta la partita, commettendo errori madornali. Inoltre non c’è stato concesso un rigore sacrosanto. Non ne posso più: paghiamo l’iscrizione, le robe e i ristoranti. Non m’importa nulla: spero che la FIGC legga. Possono anche radiarmi. E’ assurdo che non siano mai presenti i commissari di campo o qualche esponente della FIGC. Ogni domenica paghiamo le conseguenze e mi vengono rovinate le serate”.

LA GARA: “Abbiamo giocato solo noi (da sottolineare le importanti assenze di Gjonay e Cirrotola), creando molte palle gol. L’Aradeo? Mah, mi meraviglia la loro posizione in classifica. Nell’unica palla gol, in contropiede, ci hanno punto. Ho parlato con l’arbitro dicendogli che aveva diretto la partita con un collaboratore in meno. Il pubblico lo ha insultato per gran parte della sfida”.

LA SETTIMANA: “Domenica gioco con l’under 18. Non me ne frega nulla della classifica. Sono stanco deli arbitraggi e delle retrocesssioni. Sono deluso. Comunque deciderà il tecnico. Ormai è diventata una guerra tra poveri”.

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