Cronaca - Taranto: Truffa alle assicurazioni, sotto inchiesta anche avvocati e medici

CRONACA
Redazione
18.01.2017 22:15

"Woodlands Bird" questo il nome dato all'operazione condotta questa notte dalla Guardia di Finanza di Taranto e dalla Polizia Stradale, che ha portato all'arresto,con ordine di custodia cautelare in carcere di tre persone con l'accusa di associazione finalizzata alla truffa ai danni delle compagnie di assicurazioni. Sono tutti componenti la stessa famiglia gli arrestati, padre e due figli e sono Carmine Tortorella di 58 anni, titolare di un'agenzia di pratiche infortunistiche stradali,con sede a Taranto, e due suoi figli, Antonio di 33 anni e Tiziana di 35 anni,che operavano nello stesso settore. Il provvedimento cautelare è stato disposto dal G.I.P. del Tribunale – Dott. Giuseppe TOMMASINO –, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica – Dott.ssa Marina MANNU -. Le indagini congiunte, hanno consentito di individuare una ben strutturata organizzazione criminale che avrebbe beneficiato di indebiti risarcimenti da 17 compagnie assicuratrici del settore della responsabilità civile automobilistica, le quali sarebbero state danneggiate per complessivi 635 mila euro, in relazione a 39 falsi incidenti stradali. Nel contesto sono indagate altre 123 persone, tra le quali figurano medici, avvocati, titolari di centri sanitari di diagnostica e fisioterapia, nonché persone fittiziamente danneggiate da sinistri stradali ed altre, reclutate all’occorrenza, come falsi testimoni nei conseguenti procedimenti giudiziari civili e penali. La presunta associazione per delinquere, composta da 26 persone delle 126 complessivamente citate, avrebbero posto in essere una filiera di falsi incidenti stradali. Le 39 contestazioni per risarcimenti assicurativi erano basate su presupposti di fatto falsi sia completamente (fittizi tamponamenti, ricostruzioni cartolari con guidatori compiacenti e diagnosi mediche false), sia parzialmente (sinistri stradali con falsi feriti e pregresse lesioni personali denunciate come riconducibili all’incidente). Gli introiti dei singoli risarcimenti venivano poi suddivisi per il 50% ai promotori dell’organizzazione e la restante parte per compensare i vari “attori” dell’illecita filiera. I conseguenti accertamenti bancari e patrimoniali eseguiti nei confronti del sodalizio criminale hanno consentito altresì di contestare il reato di riciclaggio nei confronti di due persone che hanno “agevolato” l’acquisto da parte del predetto titolare dell’agenzia di una villa del valore di 150 mila euro, attraverso operazioni tali da ostacolare l’identificazione della provenienza del denaro. I due soggetti, cointestatari di rapporti bancari su cui venivano veicolati i risarcimenti di due falsi incidenti, hanno stipulato successivamente contratti preliminari di compravendita fittizia di immobili con il titolare medesimo, corrispondendo a lui, a titolo di acconto, le somme occorrenti per l’acquisto della citata villa. L’immobile in argomento è stato sottoposto a sequestro preventivo.

Di Adolfo Antonello Giusti

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