Calcio: L’importanza dei numeri 9

Calcio Varie
17.11.2018 12:28

Quello del centravanti è un lavoro difficile ed ogni attaccante lo interpreta a modo proprio. C’è chi come Edin Dzeko, calciatore della Roma, si sacrifica per la squadra e spesso pecca in lucidità sotto porta, chi come Icardi, bomber dell’Inter, nel corso della partita tocca un pallone e lo insacca alle spalle del portiere, chi come Suarez partecipa molto alla manovra della propria squadra e varia sul proprio fronte di attacco, e chi come Lewandosky, come emerge da un recente articolo di Eurosport, sembra essere nato per fare goal. Ognuno di questi campioni interpreta il ruolo a modo suo ed ognuno di loro contribuisce in modo diverso ai successi, ed alle disfatte, della propria squadra. Il numero 9 è, nell’immaginario collettivo, il numero per eccellenza del bomber di razza ma, come avremo modo di vedere, nel calcio moderno anche questo concetto è stato riscritto ed attualizzato alle nuove frontiere che il gioco sta raggiungendo.

La riscoperta del centravanti

Dopo anni in cui è andato di moda il cosiddetto "falso nueve", ovvero un attaccante centrale che avesse poco o nulla del classico centravanti, magari nato come esterno d’attacco o centrocampista e riadattato in quella posizione per favorire la manovra della propria squadra, negli ultimi anni la tendenza del calcio mondiale è a favore della riscoperta del classico “bomber” d’aria di rigore. Sono sempre di più, infatti, le squadre che stanno decidendo di affidare il proprio attacco a giocatori forti fisicamente, dalla grande tecnica, che possano riuscire a determinare le sorti dell’incontro grazie ad una propria giocata. Non a caso la Juventus, che al 6 di Novembre è la candidata principale alla prossima vittoria del campionato italiano a quota 1.40, ha deciso di investire più di 150 milioni di euro per fare proprio il prototipo del centravanti moderno: Cristiano Ronaldo. È stato proprio il portoghese nel corso delle ultime stagioni a favorire la riscoperta del classico centravanti: a suon di goal e di giocate sensazionali ha contribuito ad accantonare l’idea del “falso nueve”, convincendo sempre più squadre ad investire in un bomber di razza.

Le diverse interpretazioni del ruolo

Dzeko, Higuain, Aguero

Ci sono degli attaccanti che, pur essendo potenzialmente degli spietati goleador, preferiscono sacrificarsi per i propri compagni, partecipando alla manovra della propria squadra e variando su tutto il fronte di attacco. A questa categoria di centravanti appartengono sicuramente Dzeko, Higuain ed Aguero che, pur andando ogni stagione in doppia cifra non disdegnano un assist o una giocata per far segnare i propri compagni. Gonzalo Higuain, letteralmente esploso a Napoli sotto la guida di Maurizio Sarri, si è reso protagonista del discusso trasferimento alla Juventus, eterna rivale degli azzurri, che ha causato l’ira dei tifosi partenopei. Dopo due stagioni a Torino l’argentino si è accasato al Milan, rigenerato dalla cura Maldini-Leonardo, e sembra aver ritrovato quel feeling con il goal che gli era un po’ mancato nell’ultima stagione juventina. Edin Dzeko sta incontrando non poche difficoltà soprattutto in campionato, mentre in Champions League sta trascinando la Roma alla conquista del primo posto nel girone, addirittura ai danni del Real Madrid. Il Kun Aguero, invece, attaccante del Manchester City di Guardiola, nonostante qualche problema comportamentale soprattutto fuori dal rettangolo verde, continua a dimostrare di essere uno dei migliori centravanti in circolazione e, a suon di goal, è recentemente diventato il marcatore più prolifico della storia dei Citizens.

Icardi, Lewandosky, Benzema

Ci sono poi dei bomber di razza che sembrano essere nati per fare goal: stiamo parlando di attaccanti del calibro di Icardi, Lewandosky e Benzema che hanno deciso di fare del goal la propria vita. Questa categoria di giocatori spesso può apparire indolente e svogliata in quanto non partecipa molto alla costruzione del gioco della propria squadra e staziona stabilmente nei pressi dell’area avversaria. Nonostante ciò, contro di loro, le difese avversarie vivono in un costante stato di agitazione perché sanno che per fare goal gli basta un istante: sembrano sapere sempre prima dove andrà a finire la palla ed in che modo colpirla per determinare le sorti dell’incontro. Perfetto testimonial di questa categoria sembra essere Mauro Icardi che ha guidato l’Inter alla conquista della settima vittoria consecutiva in campionato ed alla qualificazione, praticamente acquisita, agli ottavi di Champions League. Maurito, al primo anno in Champions, non ha deluso le aspettative ed ha esordito con un goal sensazionale contro il Tottenham, nella partita vinta in rimonta per 2 ad 1 dai nerazzurri, nonchè nella vittoria in trasferta contro gli olandesi del PSV. Nonostante spesso appaia indolente e fuori dal gioco, l’argentino sta continuando a dimostrare la sua straordinaria vena realizzativa facendo capire a tutti di essere, senza alcun dubbio, uno dei migliori centravanti in circolazione. I numeri del bomber nerazzurro sono impressionati e, a soli 25 anni, ha già raggiunto le 100 reti nel campionato di serie A, numeri che gli assicurano nel prossimo futuro un posto sicuro nella classifica dei marcatori di tutti i tempi. Chi assomiglia molto a Mauro Icardi per caratteristiche fisiche, tecniche e tattiche, è sicuramente l’attaccante del Bayern Monaco Robert Lewandosky. Il polacco, nonostante probabilmente partecipi di più alla costruzione della manovra rispetto al suo collega argentino, in area di rigore è una vera e propria sentenza e sta continuando a riscrivere record su record, a suon di goal.

Non esiste un solo modo di interpretare il ruolo di centravanti. Quello dei bomber è un mestiere tanto difficile quanto affascinante: un uomo solo, in terra nemica, che con una propria giocata ha il potere di cambiare il destino dei propri compagni, della propria squadra e di una intera città.

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