Zelatore: "Catania, ti riprenderai, ma non con noi"

TARANTO
Redazione
01.10.2016 17:36

Mancano poche ore all'inizio di uno dei match più attesi di tutta la stagione. Dopo 14 anni dallo spareggio play off per la promozione in serie B, Taranto e Catania si affronteranno nuovamente domenica sera allo stadio Iacovone. In un'intervista rilasciata a MondoCatania, il presidente Zelatore affronta le tematiche legate al prossimo impegno di campionato. «Mi auguro che si disputi una gara vera, giocata a viso aperto. Sono sicura che la mia squadra darà il massimo, perché consapevole di rappresentare tutta la città. Taranto-Catania per noi ha lo stesso valore delle altre partite. O perlomeno credo fermamente che l'approccio sarò lo stesso». 

Inevitabilmente i ricordi tornano a quel 9 giugno 2002. Da quel giorno qualcosa è cambiato nel calcio rossoblù.  «Quella partita segnò un prima e un dopo per lo sport di questa città - spiega Zelatore -. Non ero allo Iacovone il giorno della finale play-off contro il Catania. Tuttavia, al di là di tutte le illazioni che si possono fare e dei sospetti che quella partita può avere fatto sorgere, bisognerebbe discutere solo sui dati di fatto che si hanno in mano. Solo chi ha disputato il match può dire come siano andate le cose. Molti tifosi non andarono più allo stadio perché si sono sentiti traditi dall’aspettativa di un calcio pulito. Dopo che si intrufolano certi tarli in testa, diventa difficile seguire uno sport con la stessa fiducia di prima».

La rivalità tra le due tifoserie ha spinto l'Osservatorio per le manifestazioni sportive a negare ai catanesi la trasferta tarantina. A nulla è valso il comunicato congiunto delle due società. «Accettiamo tutte le decisioni, così come la scorsa stagione abbiamo accettato altri divieti sia a carico della nostra tifoseria sia a carico di quelle ospiti - ammette Zelatore -. Non è il massimo della sportività giocare senza i propri rivali. Ciononostante questa è una situazione che ci insegna il bisogno di sforzarci tutti per riportare il tifo in canoni meno esasperati, lontani dalla violenza. La strada non credo sia quella di negare le trasferte. Bisognerebbe prevenire certi comportamenti, isolando i violenti e impedendo che l’immagine dell’intera tifoseria venga distorta e rappresentata dalle loro azioni. Crediamo fermamente nella possibilità di un calcio pulito, fatto di emozioni. Ritengo che il comunicato sia stato un segnale forte. Chi ha la capacità di intendere ne ha capito il messaggio e pure la ragione. Per chi si ostina a non capire… beh, noi abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare. Ci abbiamo provato. Credo che tutto quello che è accaduto allora vada inserito nel clima particolare che aveva preceduto quella partita. Oggi, dico che quanto è avvenuto nel passato deve essere ricordato solo per essere di esempio per il futuro».

Il massimo dirigente ionico parla, infine, dei passi fatti dalle due compagini in poco più di un mese dall'inizio del torneo. «Abbiamo iniziato bene. Vogliamo la salvezza, poi tutto quello che verrà sarà tanto di guadagnato. Abbiamo un allenatore esperto, che sa come gestire queste situazioni. Nel nostro girone ci sono tante squadre attrezzate per il salto di categoria. Il Catania, invece, è stata costruita per arrivare in B anche se sino ad adesso non ha espresso tutto il suo potenziale. Premesso che lo sport è anche goliardia, spero che i rossazzurri ci riescano, ma domenica prossima».

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