Taranto: C'erano una volta... Giulio Spader

TARANTO
Vincenzo Corallo
20.11.2016 01:02

Nella stagione 2000-2001 il Taranto del patron Ermanno Pieroni, fresco di ripescaggio in C2, si assicurò le prestazioni dell'attaccante Giulio Spader. Prelevato dal L'Aquila nel mercato estivo, l'esperto attaccante veneto si aggiunse al parco attaccanti ionico che annoverava tra le proprie file calciatori del calibro di Riganò, Puglisi, Di Nardo e Bertuccelli. Con 15 presenze e 3 gol nel carniere, Spader contribuì con il resto della squadra al raggiungimento della promozione in C1, conquistata matematicamente allo "Romeo Menti" di Castellamare di Stabia, dopo un testa a testa avvincente con i molisani del Campobasso. 
- Ciao Giulio e bentrovato. Arrivasti a Taranto con il chiaro intento da parte della società di lottare per i vertici di classifica. Nella tua parentesi in riva allo ionio, cosa ricordi della città e del meraviglioso pubblico tarantino?
“La piazza tarantina è unica nel suo genere, ha il grande pregio di farti sentire un calciatore importante a prescindere dalla categoria. E’ una piazza esigente e calorosa che nei momenti di difficoltà riesce a spingere ogni singolo giocatore a dare il 100%. Ricordo con piacere l’ultima partita casalinga con il Catanzaro, una festa incredibile con oltre 20 mila spettatori allo Iacovone. Sono emozioni uniche che solo chi ha avuto il privilegio di viverle può realmente capire. Ho nella mente ancora le mie marcature nelle gare giocate con Cavese e Foggia. A Cava segnai due gol e giocai al posto dell’indisponibile Riganò: per me fu un occasione fondamentale per dimostrare che potevo essere un giocatore importante. Grazie a quella partita, qualche settimana dopo l'allenatore ebbe il coraggio e la volontà di schierarmi in attacco al fianco del rientrante Riganò. Andammo a Foggia e segnai su calcio di rigore: credo che in quella circostanza le scelte del mister furono azzeccate, sia io che Riganò dimostrammo di avere una buonissima intesa. Della città di Taranto ricordo il centro e il lungomare, entrambi meravigliosi".
- Quel Taranto era composto da giocatori importanti che negli anni successivi raggiunsero gli onori della cronaca dopo aver regalato fortune anche in altre piazze. Da Riganò a Di Nardo, fino a passare per i vari Monza, Puglisi, Wilson, Spagnulo, Siroti, Sesia, Giugliano, Vitali, Terrevoli e Procopio. Ripercorrendo la stagione, cosa ricordi di quella corazzata e del campionato che vide i rossoblù vincere il campionato davanti al Campobasso?
“Era una squadra compatta e formata da giocatori esperti, un grande gruppo che nei momenti di difficoltà ha saputo lottare. Dopo un periodo opaco che concise purtroppo con l’esonero di Buso, la squadra riuscì a ripartire anche grazie al supporto della società. Dopo un testa a testa estenuante con il Campobasso, riuscimmo a spuntarla noi terminando il campionato in cima alla classifica. Credo che alla lunga lo spessore tecnico e la voglia di vincere del nostro gruppo abbiano avuto il sopravvento sulla compagine molisana. Sono convinto che molti miei compagni di squadra ricordano con piacere quella stagione, per molti di loro fu una vetrina importante che gli permise di arrivare a livelli molto alti. La penultima partita a Castellamare di Stabia fu una liberazione, un pareggio che ci diede la matematica vittoria del campionato, e aprì le danze ai festeggiamenti che coinvolsero tutti i tarantini".
- Dopo diversi anni nei dilettanti, il club ionico è tornato tra i professionisti grazie al ripescaggio. L'attuale società ha investito ingenti somme di denaro per regalare una grande gioia ai supporters rossoblù. Dall’alto della tua esperienza maturata nel calcio, come spieghi che negli ultimi anni tante società importanti continuano a sparire dal panorama calcistico italiano?
“Sono molto felice che il Taranto sia tornato finalmente tra i professionisti, era il principale obiettivo della società e poco importa se sia stato raggiunto tramite ripescaggio. Credo che la società attuale sia formata da gente seria, che ha investito tanti soldi per dare continuità al calcio tarantino. Se il movimento calcistico è in declino è anche colpa delle gestioni scellerate che portano al collasso tantissimi club. In Lega Pro purtroppo i ricavi sono di gran lunga inferiori agli investimenti, per assicurare stabilità alle varie società servono imprenditori motivati che assicurino una certa solidità economica. Sono convinto che l’unico modo per ottenere risultati sia quello di programmare in maniera oculata. Prendendo come esempio Taranto, credo che il bacino d’utenza della città bimare possa essere un'importantissima risorsa per la società".
- Dopo il positivo avvio di stagione della compagine rossoblù, le cose sono cambiate e il tecnico Papagni è stato sollevato dall'incarico. La squadra è stata affidata al capitano storico, Fabio Prosperi, che per ora non è riuscito a invertire la tendenza negativa. Alla luce di quanto visto in questo primo scorcio di stagione, che idea ti sei fatto della squadra ionica? In quali reparti, secondo te, bisognerebbe intervenire a gennaio per rinforzare la rosa e raggiungere una tranquilla salvezza?
“Dopo un buon avvio di stagione la squadra ha avuto diverse difficoltà, da allenatore in seconda della società calabrese ebbi modo di seguire da vicino i rossoblù nella sfida di Catanzaro. Nonostante il risultato abbastanza pesante, vidi nel complesso una squadra vogliosa di riacciuffare il match. Credo che sia fisiologico avere delle difficoltà nell’arco di un campionato, l'importante è rimanere compatti e sempre sul pezzo. Personalmente, dispiace che la società abbia deciso di sollevare dall’incarico Papagni, ritengo che poteva essere la persona giusta per traghettare gli ionici verso la salvezza. Non conosco Fabio Prosperi, ma se la società ha deciso di affidargli la panchina ha avuto i suoi buoni motivi. Sinceramente, non so in quali reparti si dovrà intervenire a gennaio, è ovvio che una pedina in ogni ruolo riuscirebbe a garantire qualità e quantità indispensabili per raggiungere una salvezza tranquilla. E’ un campionato abbastanza equilibrato, a parte le prime 4 che si giocheranno la promozione diretta, sarà una durissima battaglia per arrivare nella griglia Play Off e conquistare la salvezza.”
- Il girone C della Lega Pro, mai come quest'anno, presenta società importanti che hanno fatto la storia del calcio italiano. Dal Lecce al Foggia passando per Taranto, Catanzaro, Cosenza, Reggina e Messina. Dopo 13 giornate di campionato, chi saranno, secondo te, le pretendenti alla vittoria finale e chi invece riuscirà a evitare lo spettro della retrocessione?
“Il Girone C come ogni hanno è quello più ostico, ci sono 4-5 realtà che puntano a vincere il campionato. Lecce, Foggia, Matera e Juve Stabia sono delle piazze che possono tranquillamente ambire al salto di categoria. Dispongono di rose importanti e vivono un momento di entusiasmo generale. Queste 4 squadre secondo me sono le candidate alla vittoria finale e si giocheranno fino all’ultimo la possibilità di raggiungere la serie cadetta. Per quanto riguarda il resto del girone, è difficile esprimere un giudizio. È un campionato livellato: 15-16 squadre si giocano i playoff e al tempo stesso dovranno conquistare la salvezza. La formula dei playoff introdotta quest’anno ritengo sia abbastanza complessa, dopo la qualificazioni agli spareggi bisognerà iniziare una nuova battaglia. Per la salvezza sarà importante avere continuità di risultati soprattutto nelle gare casalinghe".
- Come procede il tuo nuovo lavoro da allenatore e quali sono gli obiettivi professionali per il futuro? Grazie mille per la tua disponibilità e come da copione ti chiedo di fare un saluto a tutti i supporters rossoblù assidui lettori di blunote.it
“Vivo e lavoro a Catanzaro da circa 6 anni. Con la squadra calabrese ho fatto tutta la trafila nel settore giovanile e dallo scorso anno sono stato promosso allenatore in seconda. E’ un lavoro che faccio con tanta umiltà e passione, spero che la carriera di allenatore possa regalarmi soddisfazioni. Auguro al Taranto le migliori fortune, faccio un grosso in bocca al lupo alla nuova società e alla squadra. Colgo l’occasione per salutare i magnifici tifosi rossoblù che a distanza di anni sono rimasti nel mio cuore".

 

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