Arte come strumento di testimonianza di realtà dura e crudele

E’ questo lo spirito che ha mosso l’artista martinese Ida Chatante, in rappresentanza dell’Associazione Salam, a realizzare la sua ultima opera ‘Pane di lacrime’

Cultura, musica e spettacolo
Iv.
01.06.2019 18:27

L’arte come strumento di testimonianza di una realtà dura ed a volte crudele. Come finestra sul mondo che reclama amore e pace. E’ questo lo spirito che ha mosso l’artista martinese Ida Chatante, in rappresentanza dell’Associazione Salam, a realizzare la sua ultima opera “Pane di lacrime”, in questi giorni esposta a Cervia nell’ambito della manifestazione denominata “I mille di Sgarbi”, promossa e ideata dal noto critico d’arte romagnolo Vittorio Sgarbi, la cui finalità è quella di raccogliere sul territorio nazionale mille opere di artisti contemporanei. La scultura, derivante dall’azione sciamanica dedicata ad Arshad, giovane pakistano ospite del CAS Isola del Gran Sasso, deceduto a gennaio 2019, è stata realizzata con la tecnica della colata a strati ed immersione e che ha contemplato l’utilizzo di materiali originali quali la resina, fotografia su carta fotografica, fili di tela tessuta a telaio e sale rosa del Pakistan, altro non è che un cuore che trasuda ricordi , legami non sepolti che vengono quasi a galla in uno spazio trasparente dalla cui frattura esala l’anima per tornare a vivere ed entrare nella memoria. Il sale del Pakistan, inoltre, fa lacrimare la resina, sciogliendosi in un processo rituale, a simboleggiare la salata vita di un migrante. La bara di Arshad è stata riportata dalla sua famiglia da Simona Fernandez, presidente dell’Associazione Salam, affrontando un lungo e pericoloso viaggio. Un viaggio dovuto ad un amico, un percorso rappresentativo:”Ti riporto dalle tue figlie e ti accompagno. Sei venuto qui tra mille difficoltà e meriti un ritorno dignitoso mano nella mano”. “Poter ammirare quest’opera in un contesto avulso dal nostro quotidiano e, soprattutto vedere persone estranee ai nostri processi di vita fermarsi a guardarla ed a leggere il profondo messaggio che essa reca – ha dichiarato Simona Fernandez – significa per la famiglia di Salam restituire dignità non solo ad Arshad, ma a tutti i migranti che nel loro percorso perdono la vita”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche le parole di Vittorio Sgarbi, il quale aprendo la manifestazione ha sottolineato:”Le opere d’arte sono come dei figli, ai quali diamo vita consegnandoli all’eternità”. Questo, probabilmente è il senso più positivo che la mostra di Cervia ha potuto restituire ad Arshad: l’eternità nella storia dell’arte italiana.​

 

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