Reinserimento per 14 detenuti attraverso il tennistavolo

Progetto del Coni in collaborazione con la Direzione del carcere di Taranto ed il Tribunale di Sorveglianza. Due i maestri Fitet coinvolti

ALTRI SPORT
04.11.2016 11:33

Ha preso il via il progetto finanziato dal CONI denominato "Reinserimento…Attraverso lo Sport” e rivolto ai detenuti della locale Casa Circondariale. 
Il progetto – reso possibile solo grazie alla sensibilità e disponibilità della Direzione della Casa Circondariale di via Carmelo Magli e dei magistrati del Tribunale di Sorveglianza di Taranto – intende costituire "strumento trasversale" (attraverso la promozione di percorsi di salute e benessere) utile nella complessa strategia educativa della prevenzione e del recupero delle persone detenute che il personale della stessa Casa Circondariale ma anche i magistrati e gli enti/associazioni del settore portano avanti quotidianamente tra intuibili mille difficoltà. 
Pertanto, il principale obiettivo che questa iniziativa si prefigge è quello di dare un contributo a sviluppare – attraverso l'attività sportiva – la fiducia in se stessi, lavorando sull'autodisciplina, sull'aggregazione, sulle regole, sui valori come la legalità e la cooperazione, sul significato della sconfitta e della vittoria e sulla “gestione delle frustrazioni”.
“Come CONI siamo sicuri che l’attività sportiva rappresenti comunque un'occasione per migliorare la convivenza all’interno dell’Istituto, contribuendo ad abbassare il livello di tensioni e di conflitti”, spiega la delegazione provinciale  in una nota.
L'iniziativa vede coinvolti 14 detenuti che si stanno già allenando all'interno della Casa Circondariale, in vista di un torneo finale che si svolgerà nel mese di gennaio 2017.
Il progetto, che nasce da un’idea di Giuseppe Graniglia (tra l’altro anche ex atleta di tennistavolo), è organizzato da Michelangelo Giusti con la fattiva e indispensabile collaborazione del Delegato della Federazione Italiana TennisTavolo, Pasquale Catapano, e dei tecnici federali Francesco Marangio e Antonio Marossi che stanno mettendo al servizio dei detenuti la propria esperienza e soprattutto l’elevato valore non solo agonistico ma anche didattico-formativo.

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