Suicidio nel carcere di Taranto, la denuncia dei sindacati

Per la CGIL gravi condizioni di lavoro per la Polizia Penitenziaria

CRONACA
Iv.
10.05.2019 19:03

La mattina dell’8 maggio, all’interno del reparto infermeria della Casa Circondariale di Taranto, un detenuto con problemi psichiatrici si è tolto la vita,  impiccandosi alla  finestra della propria cella. La FP CGIL è costretta a denunciare nuovamente l’accaduto, evidenziando come tale evento luttuoso sarebbe la conseguenza della gravissima situazione degli organici della Polizia Penitenziaria e del sovraffollamento del carcere di Taranto. È quanto si legge in un comunicato stampa ufficiale della FP Cgil formato dai segretari Cosimo Sardelli ed Lorenzo Caldaralo.

Più volte - prosegue la nota stampa del sindacato - è stato segnalato il problema degli organici del personale  e delle ripercussioni sul servizio, specialmente nei turni pomeridiani e notturni; purtroppo ci si ritrova sempre al punto di partenza, con un solo agente in servizio ai piani detentivi e la responsabilità in capo all’unico agente di gestire 200 detenuti la cui un’età media di 54 anni e più di 27 anni di servizio. Le condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria presso la Casa Circondariale di Taranto sono ormai divenute insostenibili , aggiunge la Cgil, e molto difficili, turni di lavoro di otto ore anziché delle 6 previste, modello organizzativo del personale inappropriato a garantire i livelli minimi di sicurezza ed il rispetto delle norme contrattuali.

Una situazione più volte denunciata dal sindacato agli organi del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria a tutti i livelli, anche con manifestazioni pubbliche, sia per la grave carenza di organico e soprattutto il sovraffollamento del carcere di Taranto, tra i pi

La misura è colma, tutti  i governi che si sono succeduti, nessuno escluso, hanno di fatto ridotto gli organici all’osso, hanno confinato il problema dei detenuti psichiatrici all'interno delle strutture carcerarie, senza fornire mezzi e personale adeguato a tali patologie .

In questo modo non è più possibile garantire la sicurezza dei cittadini e quella  delle lavoratrici e dei lavoratori degli istituti penitenziari. La FP CGIL ricorrerà agli organi politico istituzionali al fine di richiedere il ripristino del normale equilibrio tra le esigenze di sicurezza e la salute di tutti gli operatori del comparto sicurezza.

Il personale attende un cambiamento radicale ma sembra ormai una chimera; il tutto nella indifferenza degli organi di governo della Amministrazione della stessa politica, anche quella locale.

Nell'esprimere la nostra solidarietà agli operatori della Polizia Penitenziaria, conclude la FP Cgil,  ribadiamo con forza che non ci accontentiamo più delle generiche attestazione di stima e solidarietà da parte degli organi di governo dell'Amministrazione, pretendiamo risposte fattive e concrete perchè la misura è colma e la situazione è inaccettabile per un paese civile e democratico.

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